giovedì 23 luglio 2009

Il cavaliere e la fidanzata giovane

Lidano Grassucci


Per pruderie ho ascoltato le registrazioni della D’Addario sugli incontri con Berlusconi. Premesso che la questione interessa, molto, la moglie di Berlusconi (o ex) poco noi. Certo se il cavaliere avesse evitato di fare il cattolico moralista in pubblico e i suoi battaglie ridicole per togliere le prostitute da via Nomentana, la cosa sarebbe stata più elegante. Ora suona per noi liberali così: “hanno tolto le prostitute da via Nomentana per portale a palazzo Grazioli”. Il resto sono casi loro, certo sentire la signorina D’Addario, una professionista, che dice al cavaliere, classe 1936 (eravamo in guerra con l’Etiopia): “come ho fatto l’amore questa sera con te, erano anni”. Fa ride. Queste cose le dicevano le signorine delle città vecchia di Genova raccontate da De Andrè, col vecchio professore che di giorno chiama le signorie “pubbliche mogli”, poi di sera sono loro che mettono il “prezzo alle sue voglie”. I vecchi dovrebbero andare con i nipoti non giocare a fare i pupi nei letti grandi.
Berlusconi ha cambiato questo paese, ha dato voce a pezzi di Italia che non ne avevano. E’ libertino, ma si è vestito da chierichetto. Ora dice che non è santo, è vero ma per far credere della sua santità ha assunto nella scuola gli insegnanti di religione cattolica, ha seguito la chiesa nella ignominia del veto alla ricerca sulle staminali, ha costretto migliaia di coppie ad andare all’estero per avere figli. Questa non è la rivoluzione liberale, ma la restaurazione chierica. Ora dice che non è un santo, sono felice per lui, i mistici sono tristi, ma avrei tanto piacere che oltre a non esser santo non fosse chierico. Chiudo con un ardito consiglio: io agli urletti di piacere delle pubbliche mogli non darei tanto credito. Sa lo fanno di mestiere.

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