giovedì 23 luglio 2009

Giustizialismo, giornalismo e Mariorenzi

Lidano Grassucci


Scarcerato perché il provvedimento di arresto è nullo. Così il riesame per Mariorenzi il dirigente del comune di Fondi implicato in una operazione che sembrava la Caporetto della mafia.
Nullo, il provvedimento è nullo. Non doveva essere ristretto nella sua libertà. Quando su queste colonne, unico tra i giornali (i miei colleghi amano la forca, amano il potere che fa palchi per esecuzioni pubbliche), sostenevo (come sosterrò fino alla morte) che stavamo raccontando le tesi dell’accusa non la “Verità”. Capisco che dare certezze incrollabili per giovani cronisti è piu’ facile che pensare, capisco che ci sono colleghi che debbono fare il dettato (ogni riferimento al senatore Ciarrapico direttore di fatto di Latina Oggi è voluto), ma non capisco la menzogna, il non pensare che quando scriviamo stiamo parlando di persone in carne e ossa. Stiamo parlano di persone per bene, fino a prova contraria. Non mi spingo al richiamo alla Costituzione e alla presunta innocenza del cittadino sino a sentenza passata in giudicato, sarebbe troppo arduo per i miei colleghi studiare la Costituzione della Repubblica, scrivono tanto ma leggono poco e studiamo niente.
Dico che ho sostenuto la tesi delle garanzie quando era difficile, la sostengo ora con il conforto del pronunciamento di un tribunale. Non mi piacciono le operazioni a sirene spiegate, le conferenze stampa dove si annunci di aver battuto il male assoluto e poi il tempo riporta che non si trattava neanche di una multa per eccesso di velocità. Ora come racconteranno del mostro che hanno dipinto partendo da un agnello? Ora come diranno che le accuse erano, almeno eccessive, tanto da non giustificare la privazione di libertà? Avranno la dignità di scrivere con il dubbio?
Continuo a scrivere che c’è il pericolo di una investigazione sociologica-politica, di un sistema inquirente che è piu’ vicino al romanzo che al diritto e alle indagini.
Mi fido di quel che i miei occhi vedono e non di quello che mi raccontano su quello che ho davanti agli occhi: Gianfranco Mariorenzi io lo conosco, è un galantuomo. Ieri il riesame ha detto che non doveva essere privato della libertà, è un giorno felice per me c’è Giustizia e non giustizialismo. La Santa Inquisizione e la presunzione di colpevolezza è finita da secoli, ma per i giornalisti pontini è viva e vegeta. C’è un giornalismo che puzza, c’è una giustizia da riformare.

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