Daniela Bianconi
Tripodo chiama, i funzionari del comune, l'ex assessore ai lavori pubblici, Riccardo Izzi, il comandante della polizia municipale, e il suo vice rispondono. «Questa può essere definita - ha precisato il comandante del Nucleo Investigativo Luigi Spadari - la vera Damasco. L'operazione dello scorso anno legata all'usura ha permesso di arrivare a capire chi gestiva la stanza dei bottoni. Un nome quello di Venanzio Tripodo, ma tante società tra le quali spiccano La Tripos Multeiservizi, Le Onoranze funebri Parravano e Trani e Netservice. Queste erano le ditte che stranamente ottenevano tutti gli appalti pubblici. Da qui i sospetti tramutati in certezza dalla lunga indagine». In manette con l'accusa di associazione di stampo mafioso sono finiti Riccardo Izzi, 34enne ex assessore ai lavori pubblici del Comune, Igor Catalano, fondano di 47 anni, Vincenzo Biancho di 58 anni, Massimo Anastasio Di Fazio, arrestato anche nella prima trance dell'operazione e relegato ai domiciliar. In manette, con altre accuse, anche Tomasina Biondino, 45enne e dirigente del settore bilancio e finanza, Gianfranco Mariorenzi, 47enne anche lui come gli altri di Fondi e dirigente dei lavori pubblici e ambientali, Dario Leone, 56enne e comandante della Polizia Municipale; manette ai polsi anche per Pietro Munno, 53enne vicecomandante della polizia municipale. I quattro funzionari sono ai domiciliari e sono accusati a vario titolo di omissione degli atti d’ufficio, abuso di ufficio e violazione dei segreto d'ufficio. «Il sistema messo in moto - ha precisato il comandante del Reparto Operativo Pierluigi Rinaldi - era spietato. In cambio di promesse varie come per esempio il sostegno offerto nella campagna elettorale di Izzo, ottenevano la garanzia di avere gli appalti dal comune. In questa associazione ognuno aveva il suo compito. La dirigente del bilancio doveva agevolare i vari appalti e garantire il pagamento prima alle società di Tripodo, mentre il funzionario all'ambiente si preoccupava che le pulizie nelle scuole o nei vari uffici comunali fossero eseguita sola dalla Tripos Multiservizi. Il comandante della Municipale si rivolgeva ad amici di amici per avvertire che c'erano dei controlli o per spostarli verso altre direzioni». Insomma un sistema perfetto, o meglio quasi vista la maxi ordinanza. «Nel corso dell'operazione - ha precisato Spadari - abbiamo sequestrato oltre che alle società di Tripodo anche dodici appartamenti, sette apprezzamenti di terreno, un parco veicoli che costituivano i mezzi delle aziende per un valore di cinque milioni di euro e documenti particolarmente interessanti». Dei dodici arresti fatti dai carabinieri manca all'appello solo un personaggio. «Siamo sulle sue tracce - ha precisato il colonnello dell'Arma Roberto Boccaccio - e lo abbiamo già individuato in un altro paese».
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