mercoledì 3 giugno 2009

Macci, tre briganti e tre somari

Lidano Grassucci


Ma che fine hanno fatto i maccisti, i seguaci di Macci? Non li incontro per strada, non li vedo nei comizi. Li leggo solo su un giornale, fossero virtuali?
Mi sorge il dubbio che Macci e i macisti siano una sorta di triangolo delle Bermuda della politica. Tutti ne parlano, tanti raccontano dei disastri ivi avvenuti, nessuno ne sa nulla. Ma che pensa sto Macci? Non lo sa neanche lui, ma c’è e fa la sua porca figura.
Sul giornale di riferimento, invece, il sindaco di Priverno parla sempre alle masse oceaniche, così masse e così oceaniche da far impallidire anche quelle del maestro romagnolo che voleva comandre gli italiani. Il nostro è sempre presente con accanto i prodi Conte e Ciarrapico. Che a ste riunioni non ci vanno in tre?
C’era una canzone di Modugno in cui c’erano tre briganti e tre somari, come la rigiravi erano sempre tre. Tre cavalli e tre somari. Sempre solo tre. Mo li puoi mettere in fila per uno, in fila per due con il resto di uno, in fila per tre senza resti.
Sempre tre cavalli e tre somari.
E non c’è verso. I voti non arrivano con le pagine dei giornali. E, adesso che ci penso, Ciarrapico vota a Roma. Quindi ne restiamo due. Si potrebbe votare per gamba, allora le cose cambiano ci sarebbero sei gambe di briganti e dodici di somari. Mo fa tu quella che ti conviene.
Ma sempre tre, tre somari e tre briganti.

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