domenica 28 giugno 2009

La morte di Terracina

Lidano Grassucci

Di questi tempi, finita la scuola, mi venivano a prendere le mie zie di Roma per la villeggiatura. Arrivavano di buon’ora, si viaggiava con il fresco, la macchina era carica di vettovaglie e iniziava l’avventura. Durava fino a settembre inoltrato (le scuole riaprivano a ottobre). Andavamo a Terracina. Era bellissima, stavamo in una di quelle casette che erano costruite nelle traverse della strada lungomare. Erano piene di gente, quando si arrivava era come se ci fossero delle braccia aperte di gente. La città era graziosa, ordinata, brillante. I negozi pieni di luci, eleganti, anche i bar erano sfavillanti. Per noi che arrivavamo dalla tristezza della collina, il vuoto della pianura era un luna park. Ogni tanto zia ci chiamava e ci indicava qualche personaggio famoso che stava al mare vicino a noi. Ricordo Aldo Moro con una specie di mutandoni modello Nonna Belarda. In spiaggia lo guardavano tutti con rispetto, sentivo che pensavano fosse uno di un altro pianeta, superiore.
Oggi Terracina è triste già dalla Mediana, lo sporco, l’erba secca. Tutto è sciatto, e anche quando i cassonetti sono vuoti sono sporchi, i negozi non sono differenti da quelli di Latina, di Sezze. I bar pure. Terracina era la spiaggia elegante di Roma.
Da ragazzo andavo a Sabaudia, da noi sulla collina o nel piano, d’estate si moriva. Nel senso che la noia e l’afa avvolgevano tutto da noi, a Sabaudia c’era vita. I romani erano odiosi, gli indigeni non certo sveglioni, per cui c’era spazio per dar fastidio alle ragazze. Ora? E’ triste, è una delle tante città pontine dove comanda l’afa. I ricchi stanno in villa, gli altri a casa.
Così è morto il turismo in questa provincia, è morto per ignavia, per inedia. E’ morto perchè abbiamo la peggiore classe dirigente locale del mondo, perchè abbiamo il minor senso civico dell’universo. Siamo morti per mancanza di dignità.
Lo sporco di Terracina è una bestemmia alla provvidenza. Se fossi un amministratore di Terracina farei atto di pubblica vergogna in piazza tutte le sere. Ma per far questo servirebbero uomini, come Moro, qui abbiamo (come diceva il compagno Rino Formica) nani e ballerine.

1 commento:

  1. Quest'anno ho scelto di andare lì... è la prima volta e ho scoperto una cosa strana: s enon designi come meta delle tue vacanze un luogo "standard", tutti ti guardano un po' storto.
    Poco importa: vuol dire che le mie brevi ferie saranno assolutamente lontande dalla quotidianità! :)

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