venerdì 19 giugno 2009

Il cimitero e la lezione di Collodi

Lidano Grassucci

Va di moda parlare del cimitero, ora tutti sono affranti per la chiusura settimanale di quel luogo della memoria. Anche chi non ci va neanche per gli altri sei giorni. Non mi lego a questa schiera, non per essere bastian contrario ma ho in odio il populismo che è quell’arte di cavalcare comunque le proteste per ricavarne nulla se non le proprie carriere politiche. Il movimento di rivolta per il cimitero fa il paio a quello contro Acqualatina e quello sui rifiuti. Si rivendicano a gran voce diritti, omettendo accuratamente ogni riferimento ai doveri. Stiamo facendo nascere una società in cui le richieste non hanno nulla a che vedere con la realtà: acqua gratis, omettendo che portare l’acqua in ogni casa costa. Qualcuno dice: ma l’acqua non si pagava. Infatti, infatti non arrivava a casa e le donne dovevano andare ai fontanili pubblici, spesso a decine di chilometri da casa, per procurarsi l’acqua. Cosa che fanno ancora nei due terzi del pianeta. Dice ma morire era gratis, perché c’erano le confraternite, quelli della buona morte, che si facevano carico di seppellire i morti, per i ricchi c’erano le cappelle che si pagavano.
'Sta società del bengodi dove tutto è gratis dove l’hanno vista?
Collodi l’ha raccontata: era il paese dei balocchi, il paese che poteva “convincere” gli sciocchi, gli sprovveduti che infatti venivano trasformati in asini. Mentre è lo studio, il lavoro, la fatica che rendono virtuosi, non sudditi ma cittadini.
Ma per sapere questo bisognerebbe aver letto Pinocchio, avere rispetto per il lavoro e conoscere il senso del sacrificio.
Cose che in Italia nessuno cura più, povero Collodi voleva contribuire al senso civico con il suo Pinocchio e invece…
Siamo come Lucignolo e Pinocchio sempre pronti a seguire chi ci regala le caramelle.
Buona notte popolo.

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