mercoledì 24 giugno 2009

...E RISPOSTA - I limiti alla libertà

Lidano Grassucci

Cara Teresa ti rispondo pubblicamente perché la tua domanda riguarda l’idea di giornale, e tv, che facciamo. E riguarda l’idea che io ho del vivere civile. So da me che mai alcun giornale di qualsiasi curia ospiterà un mio scritto, ma il problema della libertà non è un loro problema è un mio problema. Mi spiego: per chi ha la verità assoluta il problema della libertà non si pone, per chi crede di stare nel giusto il dubbio è male. Quindi non mi aspetto di essere ricambiato, rispettato per quel che sono. Ma non possono non consentire a chi è lontano da me di dire quel che crede, di farlo nel suo mondo. Per questo pubblico la rivista della Curia di Gaeta, come faccio per i ragazzi di Azione Giovani, per quelli dei collettivi di sinistra. L’ho fatto, lo faccio e lo rifarei perché il mondo è bello se ci sono tanti fiori dai colori differenti. Credo, come Benedetto Croce, che la storia sia un percorso di libertà, credo che chi legge il nostro (inteso come lettori e chi ci lavora) si può fare una opinione confrontando, valutando. I liberi non pensano di avere verità, ma opinioni. Noi non scomunichiamo, non mandiamo ai roghi, non diamo lavoro a mastro Titta (il boia dello Stato della Chiesa).
La mia Patria è nata contro la Chiesa, la mia Patria è nata nonostante le chiese. Ancora sono offeso con l’artigliere italiano che a Porta Pia sbagliò l’alzo e buttò giù un pezzo di muro di cinta, se ci prendeva avrebbe colpito il cupolone e oggi forse saremmo europei. Mah, quel giorno comunque la Chiesa divenne libera di parlare alle anime senza dover dar lavoro a Mastro Titta. Come vedi la mia parte ha un limite per esistere deve consentire anche agli assassini di libertà di poterla maledire.

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