sabato 16 maggio 2009

Valzer delle panchine nel Pdl

Alessia Tomasini
Siamo nel pieno della campagna elettorale ma a tenere alta l’attenzione sono i cambi di casacca in corso nelle ultime settimane. Gli stessi che, a quanto risulta, sono solo gli scampoli di una vera e propria rivoluzione che toccherà il quadro della maggioranza nel Comune di Latina. Solo due giorni fa i cirilliani, all’interno di una strategia salvagente e salvapoltrona, hanno annunciato la loro fusione con l’Udc di Michele Forte nella Costituente di centro che aprirà i battenti tra ottobre e novembre 2009. Qualche anticipazione dei movimenti in corso nel sottobosco della politica pontina erano stati accennati dal salto nel partito della Vela dell’ex di Alleanza nazionale, Andrea Palombo e dell’indipendente Alessandro Catani. Un passaggio che ha avuto il sapore dell’idillio meno del tempo di vita di una farfalla e già scivolato con la presentazione delle liste per le provinciali. Ora? Il prossimo che lascerà la grande casa del centrodestra formato Popolo della libertà sembra essere Corrado Lucantonio in quota agli azzurri di Forza Italia che ha deciso di seguire il sentiero democristiano di Forte. Uomo che va per uomo che viene. Bonanni, orfano dei cirilliani e del Progetto Latina che è stato già archiviato, sta contrattando il passaggio nel gruppo guidato dal tridente Fazzone - Cusani - Zaccheo. Tra pecorelle smarrite e quelle ritrovate il risultato è chiaro. Con l’autunno, nella fase post elettorale, la geografia nel consiglio comunale è destinata a mutare. Il gruppo guidato da Massimiliano Carnevale, oggi fermo a due elementi compreso l’assessore alla viabilità, arriverà a pesare come ai vecchi tempi e forse anche di più. La tanto decantata fusione, avvenuta sia a destra come a sinistra, con la nascita di Popolo della libertà e Partito democratico non ha prodotto l’effetto coesione che sperava. Far parte di un grande partito, e lo si sta vedendo anche nella composizione delle liste elettorali, porta a dover compiere scelte che mirano al ridimensionamento delle aspirazioni personali. Un passaggio che in politica non ha mai fatto piacere a nessuno. Forse molti sperano di trovare nell’Udc, ancora una realtà minore rispetto agli alleati del centrodestra, maggiore spazio di azione e di potere. Non molti sembrano prendere in considerazione che ai vertici c’era e c’è ancora, fino a data da destinarsi, un Michele Forte che non ha alcuna intenzione di mollare il timone di una nave che, almeno in potenza, vuole approdare a grandi lidi.

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