lunedì 11 maggio 2009

SABAUDIA - Zappalà presidente del Parco? Ambientalisti contro

Antonio Picano
Bella, varia e intrigante la campagna elettorale. Perché consente a tutti di dire tutto e il contrario di tutto. Di azzardare promesse altisonanti o scrivere libri delle illusioni con tanto di sogni che mai o difficilmente potranno avere realizzazione. La pensano così Wwf, Cts, Fai, Legambiente, Italia Nostra, Lipu, Bird Life, in riferimento all’autocandidatura alla presidenza del Parco Nazionale del Circeo lanciata dall’europarlamentare Stefano Zappalà nel corso dell’apertura a Sabaudia della campagna elettorale del Popolo della Libertà, guarnita di proclami sul varo di importanti e faraonici progetti, tra cui quello relativo alla navigabilità del canale romano per l’accesso al lago di Paola, che “anteporrebbero il tema dello sviluppo a quello della conservazione”. Le associazioni ambientaliste bollano come “missione impossibile” l’attuazione dei piani “vagheggiati” dal capogruppo europeo del Pdl non fosse altro che per le “norme estremamente chiare ed i vincoli internazionali posti sull’area”. “Per fare quanto dichiarato – spiegano nel tentativo di smontare la tesi dell’eurodeputato - dovrebbe garantire una proposta di riperimetrazione dei Siti di Importanza Comunitaria oltre che della Zona di Protezione Speciale (vincoli comunitari) se non addirittura del Parco Stesso(vincolo nazionale risalente ai primi anni del secolo scorso); dovrebbe avviare le procedure per la rimozione del vincolo archeologico diretto apposto nel 2003 sul Canale Romano; far modificare le previsione del Piano Territoriale Paesistico e, di conseguenza, far redigere regolamenti e piano del parco che dimostrino l’erroneità degli studi fatti sinora”. E, di fronte a questa dichiarazione d’intenti, “come si porrebbero Ministero dell’Ambiente e Regione Lazio che sul nome del Presidente deve dare un’intesa obbligatoria e vincolante?” si chiedono Legambiente e gli altri sodalizi, rivelando che “entrambe le istituzioni rispetto al Parco hanno sempre assunto posizioni antitetiche a quelle dichiarate dall’On. Zappalà”. Senza dimenticare che, “essendoci in ballo questioni internazionali e rischi di procedure d’infrazione, interessante ancora sarebbe scoprire cosa direbbero le Commissioni Ambiente di Camera e Senato che sui nomi dei Presidenti di Parco Nazionale devono dare parere obbligatorio”. “La Presidenza del Parco non è vacante - sostengono con forza le associazioni - anzi è a regime e nel pieno delle sue attività, e così sarà per i prossimi tre anni”. E poi “nessun Parco ha mai avuto come presidente un parlamentare in carica, per via di un’incompatibilità espressamente sancita da alcune normative regionali sulle aree protette (tra cui quella del Lazio) e da alcuni regolamenti di parco”. In verità di tale incompatibilità non si fa manifesta affermazione nella legge quadro, “ma sino ad oggi, per evidenti motivi di opportunità, tutti Ministri dell’Ambiente si sono comportati come se ci fosse”. “Inopportuno quindi – così si conclude la nota diffusa nella giornata di ieri - che un candidato alle elezioni si preoccupi già prima della consultazione elettorale di prenotare poltrone in caso di sconfitta”.

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