lunedì 11 maggio 2009

TERRACINA - Bilancio sotto la scure della razionalizzazione

Francesco Avena
Una sola parola: razionalizzare. L’obiettivo: tagliare i costi della pubblica amministrazione e cercare di risollevare una situazione economica più volte definita dagli amministratori locali difficile, vicina al dissesto finanziario. Se quest’ultima considerazione, relativa a un’eventuale dichiarazione di dissesto economico non viene messa in conto dalla giunta guidata dal sindaco Stefano Nardi «per questione di orgoglio», come aveva affermato l’ex assessore al bilancio Giuliano Masci a suo tempo prima di essere estromesso dall’amministrazione comunale, è innegabile che la difficoltà cronica di trovare liquidità per garantire anche i più banali dei servizi ai cittadini sarà il problema numero uno che il governo cittadino dovrà risolvere in sede di bilancio. Mancano pochi giorni alla presentazione del bilancio di previsione del 2009, il sindaco Stefano Nardi aveva parlato all’inizio dell’anno di una «rivoluzione» a proposito di questo bilancio, di una delle «sfide» del suo mandato. Ebbene, la previsione di bilancio sarà forse un nuovo punto di partenza per comprendere se dalla crisi economica che ha svuotato le casse comunali si potrà uscire. E se ci si riuscisse, come e in quanto tempo. Intanto il Comune da parte sua ha lanciato segnali chiari, avviando procedure di affidamento a privati di servizi prima gestiti dall’ente. Non avrà più costi per interinali impiegati per spiagge e cimitero. Non ha rinnovato i contratti ad alcune coop sociali di tipo B, depennando anche quel capitolo di spesa. Non è detto che non vengano fuori altri tagli significativi e dolorosi, con la scure pronta ad abbattersi su dipendenti dell’ente. Del resto, alle coop sociali Nardi si era rassegnato a dire che «in cassa non c’è nemmeno una lira», storia di mesi fa anche se le condizioni non sembrano essere migliorate, anzi. Le opere pubbliche annunciate, se saranno realizzate, godranno di una pseudo liquidità dovuta a mutui milionari, che sempre il Comune, quindi i cittadini, dovranno prima o poi restituire.

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