Francesco Avena
Primo giorno di riscossione per i pensionati di La Fiora, due giovani irrompono nell’ufficio postale e rubano diverse migliaia di euro. Forse 10mila. Poi fuggono a tutta velocità, abbandonano la macchina utilizzata per il colpo in un sentiero e prendono la superstrada Frosinone–Mare. Si sono perse le loro tracce. In pochi secondi va in porto un colpo studiato nei minimi particolari. Sono da poco passate le 10. Il furgone portavalori scarica il denaro nell’ufficio postale e si allontana. A bordo di una Lancia Y10 arrivano due giovani, dicono i testimoni. Hanno il volto scoperto e parlano la lingua italiana, senza inflessioni dialettali. Scendono entrambi dalla piccola utilitaria. Uno ha in mano un’asta di metallo. L’altro tiene ben in vista una pistola. Irrompono nell’ufficio postale dove si trovano, al momento del furto, il dipendente e cinque anziani in fila per essere serviti. Uno di loro pensa a una bravata e strattona un ladro. Ma la coppia fa sul serio. Si fa consegnare dall’impiegato i soldi appena scaricati dal camion portavalori. Neppure il tempo di reagire e i due, sempre armati, balzano fuori dell’ufficio postale e salgono in macchina. Una sgommata, poi la fuga a pazza velocità che per poco non travolge un passante. La piccola piazzetta davanti l’ufficio si riempie di gente. La Y10 supera il passaggio a livello e svolta per via Consolare. «Proprio mentre mi chiamavano al cellulare per avvertirmi della rapina vedo sfrecciarmi davanti una macchina», spiega il meccanico di un’officina in via Consolare. I due banditi imboccano un sentiero che costeggia la Frosinone-Mare. Abbandonano l’auto, afferrano armi e bottino e scavalcano il guardrail. Ad attenderli è un’altra macchina. Ancora da accertare se fosse parcheggiata o, più probabile, ci fosse un terzo complice ad aspettarli con il motore accesso. Poi la fuga in superstrada. Sul posto carabinieri e polizia. Agli agenti del commissariato è stata affidata l’indagine assistiti dalla polizia scientifica, giunta a La Fiora per esaminare l’auto. Un primo esame esterno non ha rilevato tracce. All’interno pare siano stati lasciati degli indizi utili per risalire ai responsabili del furto. Sicuramente dei professionisti venuti da fuori, cosa che spiega la sfrontatezza nell’esibire il volto e minacciare l’uso delle armi, e che avevano effettuato dei sopralluoghi preliminari per studiare il colpo nei minimi dettagli.
mercoledì 1 aprile 2009
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