lunedì 13 aprile 2009

Santoro e la pistola del Ciarra

Lidano Grassucci
Che cosa odii? L’Italia parolaia, l’Italia dei basilischi che non si spostano di un metro dal bar e “conquistano” tutte le donne del mondo. Gente che è arrivata a Borgo Faiti e si sente cittadina del mondo. Insomma odio quelli alla Santoro che sentenziano sulle incapacità degli altri continuando a non fare alcun che. Conversavo con una persona che era “indignata” per il fatto che i nostri parlamentari avrebbero versato solo 1000 euro ciascuno per sostenere gli aiuti per l’Abruzzo. Alla mia domanda: “ma tu quanto hai versato?”. Mi ha risposto candidamente: “niente, tanto se li fregano”. Ecco, questa è l’Italia per cui vale la pena dimettersi da italiano.
Questi miei ex connazionali sono tanti, e tanti giornalisti, che stanno lindi e pinti davanti alla telecamera o nelle redazioni dei giornali a spiegare cose che loro non hanno mai fatto e che farebbero meglio. Santoro quante palate ha dato per salvare qualche cristiano in Abruzzo? Grillo dove sta? E Marco Travaglio, si è mai sporcato le mani per togliere un sasso in Irpinia, in Umbria, ora in Abruzzo?
Dice ma si poteva fare meglio? E anche peggio. I miei colleghi fanno un lavoro che, come diceva Barzini “è sempre meglio che lavorare”. Ma non capisco come ci sia il miracolo della scienza infusa solo nei giornalisti e di alcune testate. Ho letto su Latina Oggi che la villa di Fazzone è grande e antisismica, che lui e Cusani a cui sono attribuiti alberghi, non ospiteranno terremotati. Perché quanti di questi andranno a casa del direttore della testata Sandro Panigutti? Quanti andranno nella villa che fu di Renato Rascel che ha il loro editore Giuseppe Ciarrapico al Circeo?
Se si è di un’altra risma morale lo si dimostri, con azioni. Con fatti concreti. Ho letto della gestione fallimentare della fondazione teatro di Latina, lì sarebbero tutti incapaci.
Chi parla è capace? Magari si potrebbe suggerire alla fondazione teatro di prendere i fondi pubblici per l’editoria, non dovuti, per due volte sugli stessi conti (trenta milioni di euro, mica prosperi), magari si potrebbe suggerire di utilizzare i fondi della Ciappazzi, la società siciliana di acqua, ex Ciarra, che Tanzi fu costretto a comperare.
Ciarrapico, che vive male per via di una certa paura, che lo costringe a chiedere il porto d’armi, si è visto rimandare al mittente la richiesta, ha pure fatto ricorso al Tar per avere una pistola. Richiesta respinta per via di certe condanne che il senatore ha collezionato nel corso della sua carriera, condanne passate in giudicato.
Comunque, anche senza pistola, stia tranquillo senatore non se la fila nessuno, l’unico pericolo serio che corre è quello di una indigestione. Nessuno le farà mai del male, può anche dispensare le sue guardie del corpo, e lasci stare le armi, per carità cristiana, lei già è stato eroe da balilla moschettiere con il fucile ad elastici.
Personalmente giro solo e disarmato, non ho fatto di bene ma manco di male e saluto tutti per strada. Non discuto sulle case degli altri, non discuto della generosità degli altri, mi preoccupo della mia coscienza e non eccepisco su quella degli altri. Ringrazio chi lavora per il lavoro che fa, insomma mi sento un altro tipo di italiano, di quelli che hanno rispetto per gli altri. Il resto è noia.

1 commento:

  1. Cosa ha voluto dire con la frase: "Gente che è arrivata a Borgo Faiti e si sente cittadina del mondo"?
    Perché, nel contesto in cui è inserita, io, da residente del Faiti, mi sento un tantino indignato...

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