Alessia Tomasini
Una campagna elettorale che non promette fuoco e fiamme come accaduto nel 2004. Le provinciali di giugno sembrano muoversi su un treno in lenta agonia. Mentre il Partito democratico è in cerca di una spinta che possa portarlo a perdere sotto la guida del candidato presidente Sesa Amici, quelli del Popolo della libertà galleggiano. Ad oggi tra le file degli ex di Forza Italia e di Alleanza nazionale non è stata ancora fatta chiarezza sui nomi che andranno a comporre le liste. I vertici del centrodestra sono in altre faccende affaccendati. E’ il caso delle città in cui si è chiamati ad eleggere il sindaco e il consiglio comunale. E’ il caso di quelle aree calde al nord del territorio pontino come Aprilia e Cisterna dove tenere insieme il centrodestra, inteso anche come l’unione dell’Udc e del Pdl, è diventata una sfida all’ultimo accordo. Per il resto tutto si consuma in laconiche riunioni dove c’è tutto fatta eccezione per l’entusiasmo. La convinzione che il nome del presidente uscente, Armando Cusani, sia blindato dato il consenso del centrodestra potrebbe essere giusta ma nasconde il germe dell’arrendevolezza che in politica lascia il fianco scoperto all’affondo degli avversari. Mentre Cusani sta cercando di far passare il messaggio che ogni tornata elettorale nasconde delle incognite che non possono esser sottovalutate, nelle basse sfere del Popolo della libertà si segue la linea attendista. Sinora per gli ex di Alleanza nazionale la partita sembra essere impostata sull’opposizione ai doppi incarichi che doveva mettere in linea avanzata la nuova generazione. Invece? I nomi che si muovono in cerca di un posto in consiglio sono sempre gli stessi con uno strano effetto 2009 che vede più aspiranti alla giunta guidata da Cusani che alle liste. I sei collegi dovrebbero essere divisi in modo equo tra i due grandi partiti che sono confluiti nel Pdl ma mancano i volti da sottoporre all’attenzione dei cittadini. I vertici degli ex di An, per voce di Fabio Bianchi, dovrebbero aver già rappresentato al commissario provinciale Claudio Fazzone le proprie istanze che passano per la conferma del vice presidente della Provincia, oggi e probabilmente anche domani in quota a Salvatore De Monaco, e per almeno quattro posti in giunta. Proprio sull’esecutivo si sta scatenando una guerra senza confine tra uscenti e new entry. Ad una poltrona al fianco di Cusani stanno puntando Giuseppe Mochi, pronto a firmare le dimissioni da presidente della società di formazione e Fabio Bianchi. Entrambi con nessuna intenzione di mettersi in gioco. Una strategia, quella di fare i calcoli prima della composizione delle liste che non sembra andare proprio a genio al presidente della Provincia che ha confermato, presentando il bilancio di cinque anni di attività, di non voler cambiare la squadra di governo. Quindi? Un posto si dovrebbe trovare per l’attuale assessore all’ambiente, Roberto Migliori, sino a ieri in quota al partito di Fini e che oggi è in cerca di una nuova casa e forse tra i più validi tecnici della giunta Cusani. Il gruppo guidato da Bianchi intanto vuole inserire in lista Francesco Davoli, già commissario comunale di An, non proprio sinonimo di un cambiamento generazionale quanto piuttosto di una conferma dei vecchi apparati. Come andrà a finire non si sa, ma di forte in questa tornata elettorale sembra ci sia solo il nome del segretario provinciale dell’Udc.
lunedì 13 aprile 2009
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