lunedì 27 aprile 2009

... E RISPOSTA - Giustizia e libertà, altro non so

Lidano Grassucci
Caro Salvatore Delio la ringrazio per l’attenzione che mostra nei miei confronti e di ciò che scrivo. Mi sento figlio, politico, dei ragazzi di Giustizia e Libertà, non sono mai stato comunista. Odio Stalin tanto quanto tutti gli altri dittatori, e non mi piace neanche Castro. Quindi non volevo giustificare nefandezze che durante la guerra civile sono state commesse dentro la Resistenza, né giustifico le vendette dopo la fine della guerra. Ma, ripeto, non erano tempi normali, ma tempi di guerra. Ho spiegato nel mio articolo che se avessero vinto quelli che “volevan far come la Russia”, noi saremmo andati in montagna, come contro tedeschi e fascisti.
Detto questo, per onesta intellettuale, voglio sottolineare che una grande parte del movimento, e del consenso, del Pci ereditò pezzi della tradizioni riformista socialista (penso al sindacato, al movimento delle cooperative, a molte amministrazioni locali). Per questo la sua storia è “originale” dentro il movimento comunista internazionale.
Sono, come ho sottolineato più volte, socialista e per usare le parole di Sandro Pertini: “Se venissero ad offrirmi la più grande giustizia sociale al prezzo della libertà, la rifiuterei. Da socialista la rifiuterei perché senza la libertà non esiste giustizia. Ma se mi dicessero che può esistere la libertà senza giustizia, mi troverei davanti uomini liberi di imprecare, ma che non potrebbero vivere. Parimenti la rifiuterei”. Non ho nulla da aggiungere, giustizia e libertà sono questi i miei valori.

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