NELLA FOTO Da sinistra Paolo Di Cesare, Ermanno Iencinella, Alfonso Longobardi e Arcangelo Tataranno
Carmen Porcelli
Per la prima volta insieme i quattro aspiranti candidati a sindaco alle primarie del centrosinistra. Lunedì sera all’ex Cral di via delle Margherite Paolo Di Cesare (Sinistra per Aprilia), Ermanno Iencinella (Pd), Alfonso Longobardi (Pd) e Arcangelo Tataranno (Stiamo con Aprilia) hanno risposto alle domande del moderatore, il giornalista del Tempo, Riccardo Toffoli, dei giornalisti e del pubblico presente. Oltre un centinaio di persone hanno preso parte all’evento che ha avuto inizio alle 21. Tre , complessivamente, le domande rivolte dal moderatore ai quattro candidati. Alla prima Santangelo a poco più di un anno dalla sua elezione, opera un primo ribaltone. Estromette dal governo gli alleati della campagna elettorale, e si appoggia al centro. L’8 febbraio 2008, quando tutto il Pd entra in maggioranza, abbandonando all’opposizione la sinistra e il gruppo socialista. Neanche un anno e il Pd fa dietrofront con conseguente caduta dell’amministrazione. Condividete ora questo percorso politico? hanno risposto così:
Paolo Di Cesare: Scelta errata sotto altri profili. Dovere del centrosinistra era sciogliere l’amministrazione. Eravamo però in un periodo particolare, in cui le alleanze di prospettiva portavano al centro. Oggi dobbiamo arginare una deriva politico culturale.
Erammo Iencinella: Rappresento quella parte del Pd contraria all’ingresso in maggioranza. Il Pd ha però portato risultati sulla Turbogas, l’ Aser e servizi sociali.
Alfonso Longobardi: Il Pd scelse di appoggiare Santangelo per uscire dal blocco amministrativo. Con il Pd è cessata l’ambiguità verso la turbogas e l’Aser, ottenuto finanziamenti per la messa in sicurezza delle scuole. Terminata l’esperienza, abbiamo ricucito con il centrosinistra.
Arcangelo Tataranno: In qualità di cittadino della società civile è una scelta che non ho compreso. Il governo Santangelo ha avuto un solo pregio: ha dato vita ad un fermento sociale. I cittadini vogliono riappropriarsi dei loro diritti.
Alla seconda domanda Acqualatina. Ad Aprilia si è costituito un comitato che chiede di ritornare al servizio pubblico dell’acqua. L’attuale gestione, attualmente, non è ben vista dalla cittadinanza. Si è percorsa la strada della moratoria, ma senza ottenere grossi risultati. L’alto tasso di evasione ha portato l’azienda a ridurre gli investimenti. Primo fra tutti, la riqualificazione delle periferie. Come pensate di risolvere questo problema?
E.I:L’acqua non è una merce e la gestione dell’acqua deve tornare nelle mani del pubblico.
A.L: Il Comune non può modificare una legge nazionale. Possiamo pretendere l’inserimento di persone qualificate all’interno degli organi societari.
A.T: L’acqua è una risorsa. Il vero scandalo di questa città è che un terzo della popolazione vive senza servizi ed il socio privato di Acqualatina non investe.
P.D.C.: Noi Verdi abbiamo sempre sostenuto il ritorno all’acqua pubblica, che consideriamo un bene comune. La moratoria del centrodestra, poi, non è servita a nulla.
Sono in molti a ricordare al centrosinistra il 30% dell’aggio per la gestione del servizio di riscossione dei tributi. Dopo anni, la situazione è ancora impantanata. Credete che la scelta dell’A.ser abbia influenzato sulle posizioni dell’elettorato che vi ha penalizzato nelle ultime tornate elettorali? Pensate ancora che l’ingresso del privato nella gestione dei servizi pubblici sia indispensabile per la Progetto Ambiente che attualmente gestisce il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti e per la Multiservizi che si carica di un debito superiore agli 8 milioni di euro.
A.L: L’Aser è nata per garantire equità fiscale e recupero dell’elusione e evasione. Negli ultimi anni si è scelto di non amministrarla, con i danni che conosciamo tutti. Occorre il controllo del pubblico.
A.T: Il passaggio da pubblico a privato non portato frutti. Bisogna esigere rispetto da parte della vecchia Pubbliconsult, oggi Gestor. Altrove, come a Scansano Ionico, si sono liberati della Gestor per mancato rispetto del capitolato.
P.D.C: Non abbiamo mai condiviso Aser, ma è stata creata in un periodo in cui il 70% del bilancio derivava dalle rimesse dello Stato. Nel contesto attuale, dove queste rappresentano il 30%, non possiamo regalare niente a nessuno.
E.I: Ci troviamo nella situazione paradossale in cui il sindaco e l’amministrazione non si difendono da questa società. Non comprendo i motivi per cui non si è deciso di proseguire per arrivare allo scioglimento della società. Questa opportunità era stata offerta dall’articolo 113 del Testo Unico e riguardava le miste non costituitesi con gara ad evidenza pubblica. Se fossi il sindaco praticherei questa ipotesi.
Poi, al termine delle domande del moderatore, il pubblico ha rivolto altre domande. I tempi, molto lunghi, dovuti sia al fisiologico rodaggio che necessitano eventi simili, sia anche l’impegno appassionato dei candidati a voler spiegare le loro posizioni, non hanno impedito il dibattito anzi. Sul dopo primarie Iencinella ha chiarito che «anche se indeciso se candidarsi o meno in lista, darà pieno appoggio alla coalizione», Longobardi «credo nella partecipazione e sosterrò chiunque di noi quattro uscirà vincitore. Abbiamo sensibilità diverse, ma un programma unico», Tataranno «per noi il 25 aprile è la data di inizio di un processo democratico unico», mentre Di Cesare: «sarò sicuramente candidato e accetterò il risultato qualunque esso sia». Il pubblico ha sollecitato sulla trasparenza e sull’attenzione all’ambiente. Per la prima i candidati hanno tutti ribadito l’esigenza di un confronto orizzontale con i cittadini, senza troppe mediazioni (Iencinella) e con maggiore coinvolgimento anche nelle commissioni (Longobardi) e nei bilanci (Tataranno) a partire dalle primarie (Di Cesare). Naturalmente tutti i candidati scartano esperimenti, malriusciti come quelli recenti, come le consulte. Sull’ambiente sono emerse posizioni circa la differenziata e l’energia alternativa (Tataranno, Longobardi), il recupero della parte organica e la raccolta ad una azienda pubblica (Di Cesare) e la raccolta porta a porta (Iencinella). Infine l’emblema della mancanza di trasparenza, debito pubblico e scadenza dei servizi, ovvero Multiservizi. Concordando tutti sulle assunzioni clientelari e sull’enorme debito prodotto, senza alcun controllo da parte del comune le proposte sulla Multiservizi sono state alquanto diverse: Longobardi «andrebbe liquidata, spalmati i debiti e i dipendenti saranno alle dipendenze degli assessorati», Iencinella «ritengo che i servizi debbano essere gestiti da terzi, ritengo sia uno scandalo che la Corte dei conti non accerti le responsabilità sulla situazione debitoria e la cattiva gestione. Le aziende speciali sono dei carrozzoni», Di Cesare «sono per la gestione diretta, mi affascina la terza via cioè quella di una holding che gestisca manutenzione e ambiente, quindi la Progetto Ambiente» e Tataranno «la Multiservizi andrebbe liquidata e costituita una coop, meno costa delle Spa»
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