venerdì 6 marzo 2009

Zottola re, i borbone e io che sono italiano

Lidano Grassucci


Ritorna Zottola. Ritorna la melassa, ritorna il consociativismo imprenditoriale. Su 28 consiglieri, 26 hanno votato per Zottola, due si sono astenuti. Come in Iran, come nell’Afghanistan dei talebani.
Il tutto con la stessa ipocrisia. Perché non capisco come quelli di Confindustria che hanno combattuto Zottola fino a ieri, o Enzo Addessi, adesso lo votano.
Vi immaginate Pietro Nenni che vota a favore di Mussolini? Il paragone è paradossale, parliamo di molto meno, quasi di niente.
Ma con che faccia, con che considerazione anche verso se stessi, si vota quello che fino a ieri era l’avversario? Una volta per i principi gli uomini si facevano uccidere, per mantenere fede alla loro posizione. Mah, povera Italia. Zottola è stato il più insignificante (nel senso che non ha lasciato una impronta originale a quella amministrazione) presidente della Camera di Commercio, lo hanno rieletto. Viva Zottola, lunga vita a Zottola. Perché lui è un grande sono gli altri che sono nani.
Chi ha perso? La Confindustria che non riesce a esprimere un presidente, anzi peggio manco lo chiede. Enzo Addessi che ha guidato la rivolta per tre anni e ora vota Zottola.
Non sono consigliere della Camera di Commercio, ma “me saria fatto accide”. Taccio di quelli di Coldiretti che “soffrono” l’opposizione.
E’ vero la democrazia ha un limite, ha bisogno di uomini. La democrazia muore per ipocrisia.
Zottola è re, viva Zottola.
Ho capito perché lui ama quegli imbelli dei Borboni, perché sa che ha a che fare con sudditi.
Mi scuserete ma sono nato italiano e questa roba non fa per me.

Nessun commento:

Posta un commento