lunedì 9 marzo 2009

Un piccolo appunto sulla libertà de Il Nuovo Territorio”

Lidano Grassucci

Ieri su queste colonne le ragazze che lavorano in questo giornale hanno raccontato la loro storia dentro questa azienda editoriale. Hanno sottolineato la libertà di cui godono nello scrivere ringraziandomi. Ma non posso accettare i loro ringraziamenti perché la scelta di consentire a ciascuno di dire ciò che pensa anche in disaccordo con me è frutto di egoismo, del mio egoismo. Ritengo che la libertà sia un valore assoluto, sia la ragione stessa per cui ho fatto quel che ho fatto nella mia vita a cominciare da questo giornale. Ho sempre pensato che la vita è meravigliosa se è fatta di “100 scuole che gareggiano, di 100 fiori che fioriscono”, come diceva Mao.
Ho pensato e penso che la libertà è il mercato libero delle idee, che l’esclusiva delle idee sia propria dei coglioni e io non voglio essere coglione. La libertà che c’è su queste colonne è anche per rispetto di mio figlio nella speranza che un giorno possa dire di me: “era uno libero”. Che è il più grande complimento che si possa ricevere nei ricordi di chi viene dopo.
L’ho fatto per egoismo care colleghe, il resto lo ha fatto la vostra intelligenza e curiosità. Qualche mio amico mi rimprovera: “sei troppo tollerante”. Spesso confondono il mio rispetto per debolezza, per codardia. Anche Mussolini pensava che Churchill fosse grasso e fesso, i fucilieri della Regina d’Inghilterra entrarono a Roma e mai i bersaglieri a Londra. Dal libero concorrere delle idee nasce il mondo di domani, dalle esclusive solo la nostalgia del vecchio.
Non mi ringraziate, senza questa roba non avrebbe senso il mio lavoro, le cose che ho iniziato a fare da quando la passione per la cosa pubblica mi ha ottenebrato il pensare.
Ma non è corretto, nei giornali c’è chi comanda e chi obbedisce. Mutuo la definizione di un mio amico medico che fa l’amministratore: sono un politico prestato al giornalismo.
Spero tanto che tra i tanti fiori che sbocceranno ci sarà anche chi farà quel che faccio io e meglio.
Tutto qua, anche perché diversamente non saprei fare.

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