lunedì 9 marzo 2009

Un incubo che diventa sogno

Silvia Petrianni

Cinque anni del giornale. Maria Corsetti mi dice “Sei l’ultima ruota del carro” (ha utilizzato forse il mio linguaggio per dire che sono l’ultimo acquisto…devo essere molto antipatica) e mi ha assegnato il compito di scrivere le mie impressioni rispetto alla redazione del Nuovo Territorio. Allora eccomi qui. L’altra notte mi sono svegliata di soprassalto. Avevo fatto un incubo: il mio direttore aveva deciso di far costruire la centrale nucleare in cui lui, come avrete letto nei giorni scorsi, crede così tanto, proprio sotto la finestra del suo ufficio e proprio nella sua stanza aveva fatto collocare tutti i tasti di controllo di questa benedetta centrale. C’è da dire che io sono assolutamente contraria al nucleare, anzi è una cosa che mi terrorizza. E nell’incubo accade appunto quello che io temo. Qualcosa non funziona. Nell’ufficio del direttore tutti quei tasti di controllo iniziano a lampeggiare. Sta per accadere qualcosa di irrimediabile. Fortunatamente mi sveglio. Cosa avrà voluto significare? Beh! Fate un po’ voi ma la prima cosa che ho capito quando sono arrivata è che se il mio direttore è a favore o contro il nucleare e la mia idea è esattamente opposta alla sua io qui posso esprimerla ugualmente.

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