lunedì 9 marzo 2009

Il dialetto: pionieri della nuova frontiera degli autointellettuali locali

Maria Corsetti






L'uso del dialetto: Il Territorio non ha mai avuto paura di usare le parole del popolo. "Dialetto" è una parola che ci arriva dal greco, "lingua" finisce con il confondersi con una questione anatomica. C'è chi ha riso di fronte ad alcuni nostri titoli scritti in dialetto, c'è chi ha detto che non va bene mutuare qualche vocabolo dagli idiomi lepini. Solo che domenica scorsa il Corriere della Sera e ieri Mina sulla Stampa guardavano al dialetto come ci guardiamo noi: qualcosa che ci appartiene come il dna, che ci arriva insieme a suggestioni intraducibili nell'italiano corrente. Lina Sotis prevede che a breve diventerà una sciccheria. E quando una cosa va di moda c'è la schiera degli autointellettuali che si allinea. Chi sono gli autointellettuali? Coloro che si presumono intellettuali. Cioè che se lo dicono da soli. Se il resto del mondo non li riconosce come tali, tanto meglio: l'essere incompreso è caratteristica del genio. Con la speranza che questi geni non trovino lo spunto, ma temo che lo trovino, per lanciare un'iniziativa a favore dei dialetti locali, riscoprendo che nell'epoca della globalizzazione è sulle specificità del territorio che bisogna puntare. Prevedo con sgomento convegni e finanche concorsi letterari. (Ma.Cor.)

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