domenica 22 marzo 2009

TERRACINA - Tutti i cacciati dalla giunta ballerina di Nardi

Francesco Avena
Sei assessori cacciati, uno dimesso, un presidente del consiglio sfiduciato, il partito dell’Udc estromesso dalla coalizione della maggioranza. È il cammino dell’amministrazione guidata dal sindaco Stefano Nardi. An, Forza Italia, Udc, Pri, non c’è stato partito della coalizione di maggioranza che non abbia perso pezzi, i più pregiati in termini elettorali, per strada. Tra crisi di governo e rimpasti di giunta, basta scorrere l’elenco degli assessori nominati da Nardi all’inizio della sua consigliatura nel 2006 e confrontarla con lo schieramento attuale per rendersi conto di come lo scenario politico sia cambiato. Dei 10 assessori a inizio mandato, oggi se ne contano ben 7 in meno. Nardi e i suoi consiglieri hanno fatto terra bruciata intorno a sé. Si comincia nel gennaio del 2008. L’assessore Sergio Meneghello, di Forza Italia, con deleghe a ufficio casa, viabilità e affari generali, viene cacciato insieme a Luigino Sacchetti del Pri, delegato a sport e mobilità. La prima crisi sembrava appena tramontata, quando il piano Santoro, la nettezza urbana e un consiglio comunale infuocato, quello del 26 maggio, gettano in un nuovo caos la maggioranza. Un intero partito, l’Udc, viene estromesso dalla coalizione di governo. L’allora presidente del consiglio Gianni Percoco viene sfiduciato per motivi ancora da chiarire. Gli assessori Sandro Marigliani con delega alla cultura e Massimiliano Di Girolamo, alle attività produttive, sono fuori. Nel calderone dei defenestrati finisce anche Mariano De Gregorio, di An. La patata bollente dell’assessorato all’ambiente finisce nelle mani del sindaco. Non è finita. La morte del segretario generale Marino Martino, le inchieste giudiziarie, la frizione con i repubblicani, porta alla cacciata del vicesindaco e assessore al bilancio Giuliano Masci. Il quadro della crisi di marzo si completa con le dimissioni di Pietro Serra, con delega al turismo. Erano in 10, sono rimasti in 3, sostituiti dalle retroguardie di partito. Avanti il prossimo.

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