domenica 22 marzo 2009

Pdl nuovo e la generazione vecchia

Lidano Grassucci
Oggi chiude Forza Italia di Latina. Che cosa finisce? Termina una storia avviata sull'onda di una rivolta di popolo, una rivolta contro il golpe dei giudici che nel '93 colpirono tutti, tranne gli ex comunisti. Un tentativo di mandar via una classe dirigente, certamente ormai consunta, barando al gioco. Forza Italia è stato questo, poi c'è stato un leader, un capo che ha guidato la rivolta.
Ora? Non c'è più quella ragione. Non c'è più quel bisogno. Il capo è lo stesso, ma il momento è nuovo. Perchè anche la classe dirigente di oggi è arrivata al capolinea come quella del '93,
Il nuovo partito deve essere capace di fare questo, di trovare nuove risorse per la polis. Berlusconi è il capo, ma non esistono capi eterni. Peron è stato un grande, ha dato all'Argentina il suo orgoglio, ma la sua eredità non c'è stata perchè non ha risposto alle domande nuove. Forse il Pdl è il tentativo di rispondere a domande nuove. Il '93, la difesa dalla politica, la rivolta dei moderati, l'anticomunismo è finito, Berlusconi ha vinto, ma ora c'è un'altra guerra e, forse, serviranno, truppe e generali nuovi, come nel '93. Il tutto tenendo conto che dal '93 ad oggi una classe di 40enni è sulla scena politica, e non ha ancora espresso il proprio potenziale, ma sono mosche bianche. Nell'operazione '93 sono stati assoldati troppi ex, truppe utilissime allora, ora limite al nuovo. In America Obama ha 40 anni, ma anche chi gli sta intorno ha questa età. Da noi ascoltiamo ancora con interesse Andreotti. Il Pdl è una opportunità per cambiare classe dirigente. Altrimenti? Diventa come il Pd, il luogo dove ha fatto restyling la Fgci (Federazione giovanile comunista). Nel 2009 lo scontro D'Alema-Veltroni era lo stesso degli anni '70 nella Fgci.
Chi non cambia perisce. La sfida del Pdl è questa, solo questa. Il partito nuovo è tale se ha nuove classi dirigenti, altrimenti non sarà.

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