martedì 17 marzo 2009

Sanità, i sindaci pronti a marciare su Asl e Regione

Alessia Tomasini
La sanità si riorganizza. La giunta regionale guidata dal presidente Marrazzo e la Asl hanno parlato per mesi di rinascita del settore sotto la spinta dell’innovazione, della tecnologia e dell’ampliamento. Il risultato? Tagli di risorse che si sommano a quelli del personale. Ultima, ma solo in ordine di tempo, la scelta di non rinnovare i contratti in scadenza il 31 marzo per 43 infermieri professionisti in organico al Santa Maria Goretti. Il tutto per un Dea di II livello che non entra in cantiere se non a parole. Una situazione allarmante segnata dalle denunce che i sindaci e gli operatori hanno effettuato contro un riordino che sta mettendo in primo piano tutti i suoi limiti. I documenti si sommano ai documenti ma non sembra ci siano orecchie e volontà per recepire i contenuti. Per dare una svolta ad una situazione sull’orlo dell’ennesimo tracollo si è svolta in Comune alle 13 la riunione dei sindaci del centrodestra, Pdl e Udc, che governano il territorio. Sotto la regia del sindaco di Latina, Vincenzo Zaccheo, si è deciso di creare subito un comitato formato da 5 delegati in rappresentanza dei sindaci del territorio pontino. A loro sarà affidato il compito di traghettare in Regione Lazio e nella Asl le istanze della provincia sul piano sanitario. L’emorragia in corso deve essere arginata. Il sindaco Zaccheo su questo è irremovibile sostenuto da tutte le istituzioni locali e dai cittadini che chiedono a gran voce il rispetto del diritto alla cura in questo modo negato. Si pensa a come montare e smontare le strutture. Marrazzo e tutta la giunta regionale gridano allo scandalo sul buco creato dalla gestione Storace. Ma nessuno sinora sembra aver preso in considerazione che un ospedale è fatto prima che di muri e bisturi di persone. L’innovazione tecnologica diventa una ruota quadrata senza qualcuno che abbia competenza e formazione per utilizzarla. I macchinari di ultima generazione sono carretti a mulo senza qualcuno con la capacità di utilizzarle. E’ vero, il Santa Maria Goretti ha tante pecche, ma quanti dei dirigenti, dei direttori sanitari, dei sindaci, dei presidenti di Regione hanno messo gambe in spalla per fare un giro nei reparti, fatta eccezione per la parata natalizia e per quella elettorale? Lo scandalo sanità c’è, ma è legato anche alla mancanza di fondi da destinare alle strutture, alla politica che forse dovrebbe fare di più e non solo propaganda.«Nella sanità pontina - interviene il capogruppo regionale dell’Udc, Aldo Forte - stiamo assistendo al cosiddetto effetto domino. Se si è deciso di tagliare servizi e di dimezzare o chiudere interi reparti o presidi ospedalieri, prima o poi si sarebbe intervenuti anche sul personale sanitario qualificato, operando dolorosi tagli». L’ospedale è un luogo di lavoro dove la materia su cui si opera è la vita umana. I pazienti hanno il diritto di ricevere le cure che necessitano, di trovare una struttura efficiente e moderna con tecnologie all’avanguardia messa in moto da personale disponibile e capace. «I tagli indiscriminati che stanno colpendo la sanità della provincia di Latina non solo non offrono adeguate risposte in termini di razionalizzazione e riorganizzazione della spesa sanitaria, ma - continua Forte - stanno riducendo al lumicino l’offerta di servizi sanitari essenziali, creando pesantissimi disagi ai cittadini». Presto un nuovo documento, firmato dai sindaci del Pdl e dell’Udc, dovrebbe essere sottoposto prima ai colleghi del centrosinistra e poi alla Asl per arrivare in Regione. «La Coiro deve confrontarsi con gli enti locali. Di fronte a ospedali che chiudono, a liste d’attesa infinite, a servizi cancellati e a lavoratori che rischiano di perdere il posto , è arrivato il momento che ciascuno si assuma le proprie responsabilità. Noi dell’Udc lo abbiamo fatto denunciando, dati alla mano, la realtà sanitaria di un territorio - conclude Aldo Forte - penalizzato dalle scelte prese da Marrazzo e dalla Coiro».

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