domenica 22 marzo 2009

Forza Italia marcia sul Pdl

Alessia Tomasini
Forza Italia si prepara a salutare quindici anni di storia e di simboli, come quello del partito e della coalizione, con una marcia che partirà questo pomeriggio da piazza del Popolo per arrivare al teatro D’Annunzio di Latina. Un modo per dimostrare alla città che il partito esiste e ha rigettato nel passato ogni accusa di essere un semplice contenitore di plastica. Ma? Anche una strategia per sottolineare ad eventuali detrattori dell’ultima ora, ai rivoluzionari senza armi che il Popolo della libertà è nato, è unito e determinato a vincere tutte le scommesse con il futuro. In questo clima di festa c’è attesa per l’arrivo del gotha azzurro che si compatterà accanto ai leader Claudio Fazzone, Armando Cusani e Stefano Zappalà. Antonio Tajani, vice presidente della commissione Europa, Sandro Bondi ministro dei beni culturali, Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati e Alfredo Pallone, coordinatore regionale di Forza Italia, saranno a Latina per salutare l’entrata ufficiale nel Popolo della libertà che sarà sancita con il congresso nazionale di sabato e domenica. Il conto alla rovescia è terminato. Il primo passo nel lungo percorso chiamato Popolo della libertà inizia ora. Gli ostacoli da superare sono molti. Se a livello nazionale non c’è dubbio che a guidare il Popolo della libertà sarà Silvio Berlusconi, affiancato da fidi cavalieri come Gianfranco Fini e Giulio Tremonti, non si sa ancora come gestire i partiti a livello regionale e provinciale. La corsa alla poltrona è diventato lo sport più praticato. Tutti hanno messo in chiaro che i partiti, anche i più piccoli come la Democrazia cristiana per le autonomie, dovranno avere un ruolo nella cabina di regia del nuovo centrodestra. A tenere con il fiato sospeso è il metodo che verrà stabilito per procedere alla scelta del reggente. Sta prendendo più consistenza invece il modello presidenziale dei partiti americani. A farla da padrone dovrebbero essere le quotazioni, quelle elettorali, dei singoli partiti con Forza Italia che si attesta oltre il 60%, Alleanza nazionale che sfiora il 30% e il restante 10% da suddividere tra i partiti minori. Una situazione che ha creato non pochi scompensi, anche sul piano umorale, agli amici di Alleanza nazionale. Forse da questo momento il timore che il Pdl sia solo un modo per definire l’annessione senza se e senza ma a Forza Italia potrebbe essere sostituito dalla consapevolezza. Quella che a nessuno, nenche a Berlusconi, conviene cancellare il bagaglio di cui An è portatrice. Fazzone e Cusani sono perfettamente consci che creare un nuovo partito, a ridosso di appuntamenti determinanti sul piano elettorale come le provinciali e le europee di giugno, partendo dalla mortificazione degli uomini di Alleanza nazionale non produrrebbe che scivoloni e sconfitte. E poi nessuno può far fionta di non considerare che il partito, inteso come organizzazione, radicamento e struttura che Alleanza nazionale ha consolidato in anni, è una garanzia che Forza Italia nonpotrebbe assicurare. Questo significa che la ricetta del Popolo della libertà, basata sul buonsenso e sull’unione di forze diverse, può essere vincente. La marcia è pronta a prendere forma. Forza Italia è determinata a lasciarsi alle spalle il passato e a traghettare il proprio patrimonio di idee, valori e progetti nel Popolo della libertà con An. Se la ricetta scelta è vincente lo dimostreranno il consenso e il risultato alle urne.

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