martedì 24 marzo 2009

L’addio a Forza Italia diventa Fazzone show

Alessia Tomasini
La provincia ha salutato Forza Italia. C’erano quasi 3000 persone al teatro D’Annunzio ieri pomeriggio in attesa di ascoltare dalla voce dei loro leader come sarà il futuro targato Popolo della libertà. La strada era bloccata. Trionfavano ovunque i colori del Pdl. L’azzurro a simboleggiare il desiderio di libertà dei cittadini, il verde, il bianco e il rosso della bandiera italiana. Ma soprattutto c’era l’orgoglio di appartenenza ad un partito che, in questa occasione come mai, ha dimostrato di non essere un contenitore di plastica ma una realtà consolidata che ha un cuore grande come quello dei cittadini che rappresenta. Ad accogliere l’ondata di entusiasmo arriva Vincenzo Bianchi, vice coordinatore provinciale di Forza Italia. I primi a fare capolino tra la folla sono il deputato europeo Stefano Zappalà, seguono il presidente della Provincia Armando Cusani e tutti i consiglieri comunali e provinciali azzurri. Tra loro cominciano a comparire anche gli esponenti di Alleanza nazionale come Giovanni Di Giorgi. L’atmosfera è colloquiale, quella che caratterizza una vera festa. Strette di mano, poche riverenze, tanto entusiasmo che si accende quando arriva la macchina con Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. Il fiume di persone si riversa nel teatro già stracolmo. Il volto delle persone ha sostituito le pareti. Nel foyer alcuni schermi consentono a chi non ha trovato spazio all’interno di seguire gli interventi. Il ritmo è serrato. Quando fa il suo ingresso Claudio Fazzone seguito dal vicepresidente della commissione europea Antonio Tajani il tripudio di applausi scoppia spontaneo. In quel momento è chiaro a tutti dove sta la differenza tra chi è un politica e chi fa il politicante. «Il Popolo della libertà - spiega Fazzone - nasce da un principio importante che è quello della creazione di una grande famiglia che lavora compatta per il raggiungimento dello stesso obiettivo: lo sviluppo di questa provincia». Le parole sono misurate. Il tono si alza e si abbassa per sottolineare alcuni passaggi. «Come Pdl rincorriamo il principio della reciprocità. Non c'è e non ci sarà mai spazio per i particolarismi. Lavoriamo tutti nella stessa direzione - continua Fazzone - con il supporto che le persone ci hanno dato e ci stanno dimostrando ogni giorno». Nell’aria troneggia ancora l’inno di Forza Italia. Qualcuno ha anche cantato, per l’ultima volta, il testo di una canzone che è entrata nelle case e nel cuore di chi ha scelto di scendere in campo credendo in un progetto, lavorando per dare un futuro migliore ai propri figli. «Abbandonare il simbolo di Forza Italia è doloroso e commovente ma è arrivato il momento di crescere anche nella libertà. I 15 anni trascorsi - spiega il coordinatore provinciale - hanno visto il nostro impegno per contribuire a cambiare il territorio per renderlo sicuro e libero». Il resto è storia, quella che proseguirà sull’onda dei cantieri che si devono aprire. Fazzone, in linea con il programma del Pdl, è pronto a lottare per veder nascere accanto alla rivoluzione infrastrutturale del Corridoio tirrenico e della Cisterna - Valmontono anche il nuovo carcere, il nuovo ospedale e la cittadella giudiziaria. Una nuova era è iniziata e sul leader non ci sono dubbi che possa avere il volto e il carisma di Claudio Fazzone.

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