Alessia Tomasini
Se non fosse stata una dichiarazione di intenti, avrebbe avuto i toni della dichiarazione di guerra. Il Popolo della libertà non ha dubbi. Questa provincia merita di avere autonomia, non solo finanziaria ma decisionale, da Roma. A rinnovare l’intenzione di uscire fuori da quello che è diventato un tunnel per il territorio pontino è il deputato europeo di Forza Italia, Stefano Zappalà «Già nel 2001 c’era l’intenzione, tradotta nello studio di una legge messa in campo dal lavoro con Tajani, di rendere Roma un’area metropolitana. Ora i tempi sono maturi per procedere». Zappalà parla alle persone che con interesse seguono ogni passaggio. C’è voglia di riscatto, di orgoglio, di identità. Quando l’eurodeputato affronta il caso Fondi l’applauso è roboante. «Se gli attacchi che stiamo subendo da qualcuno sono legati alla difesa che come Forza Italia e Pdl ho assunto nei confronti di Fondi e della sua comunità, sono orgoglioso - conclude Zappalà - di riceverli e di continuare una battaglia, accanto a Fazzone e Cusani, per dimostrare che in questa terra, in quella città ci sono persone oneste». Il silenzio durante gli interventi è più forte di mille parole. Il Popolo della libertà non è solo un simbolo sotto cui marciare ma un pezzo di storia che i cittadini vogliono scrivere usando la mano dei leader che hanno scelto. «La rivoluzione che come Forza Italia ieri e Pdl oggi portiamo avanti - interviene il presidente della Provincia, Armando Cusani - pone le persone al centro di ogni azione politica. Questo partito, chi lo rappresenta a tutti i livelli istituzionali, sarà sempre al servizio della gente, della sovranità popolare, dei deboli». Le scritte che campeggiavano sul maxi schermo in apertura del convegno non sono solo slogan elettorali. Al D’Annunzio era come se ogni persona presente le avesse scritte di suo pugno. Da uno dei palchi scendeva uno striscione. A tenerlo un gruppo di ragazzi. La scritta era chiara: «La vostra forza siamo noi... il nostro futuro siete voi». La tanto decantata lontanaza dalla politica e dai partiti è solo il frutto di strumetalizzazioni. Lo hanno dimnostrato quei ragazzi, lo hanno confermato i volti sorridenti dei presenti. «Il paragone tra Berlusconi e De Gasperi mi piace moltissimo - conclude Cusani - l'Italia in Europa, l'Italia amica degli Stati Uniti sono realtà da consolidare. Non vogliamo l'Europa delle burocrazie. Lo Stato deve rimuovere gli ostacoli allo sviluppo e su questa strada noi abbiamo una questione regionale importante da risolvere. La nostra regione deve essere la Regione delle province, oggi abbiamo il potere di farlo». Un nuovo tassello è stato posto. Forza Italia ha chiuso con 15 anni di storia e una consapevolezza: il partito di plastica non esiste ma la nuova classe dirigente è nata, ha studiato ed ora è pronta a cambiare il mondo.
martedì 24 marzo 2009
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