giovedì 19 marzo 2009

La nebulosa anti Cusani

Alessia Tomasini
Le elezioni provinciali a sinistra si stanno trasformando in un vaso di Pandora. Veleni, dissapori, contrasti, hanno preso il sopravvento. Partito che vai, candidato che trovi. Il sogno di una grande coalizione capace di marciare sotto la guida di un solo capitano è fallita. All’orizzonte si profila la nascita di tante liste. Tanti staterelli autonomi che entreranno in collisione tra loro e intaccheranno poco, forse pochissimo, il consenso che i cittadini su questo territorio continuano ad accordare al centrodestra. Domani si svolgerà la direzione provinciale del Partito democratico chiamata a ratificare la candidatura a presidente della Provincia di Sesa Amici. Una evoluzione che, a seguito di riunioni in cui tutti hanno battuto le mani, dovrebbe essere scontata ma che è contraddetta dai fatti. Allo stato attuale Sesa conta sull’appoggio del Pd, inteso come Di Resta e Moscardelli, di una lista civica e della Sinistra democratica. Domenico Guidi, l’altra anima del Pd pronta ad abbandonare il campo, ha già conquistato le bandierine e i simboli di Rifondazione comunista, Comunisti italiani, Socialisti e Consumatori. Sull’ attuale capogruppo del Pd in consiglio provinciale c’è il via libera di Piero Marrazzo. L’Italia dei Valori correrà da sola mettendo in campo il nome e il volto dell’attuale segretario provinciale, Enzo De Amicis che non smentisce e non conferma. Infine ecco spuntare la Lega Nord che, come previsto sin dal suo esordio, collocherà nella partita anti Cusani Alberto Panzarini leader provinciale. Una situazione che dimostra come il sogno del bipartitismo in terra pontina non abbia grandi possibilità di essere realizzato. L’errore che tutti continuano a compiere è duplice. Da una parte si cerca la formula salva poltrona. Molti dei candidati presidenti in corsa rischiano il posto e con questa strategia potrebbero ottenere almeno una poltrona. Il punto è che, fatta eccezione per il candidato presidente, gli altri in lista sono destinati a scomparire. Dall’altra c’è l’incapacità di convogliare le forze dirigendole compatte su un solo avversario che dovrebbe essere il Popolo della libertà di Cusani. E qui sta il nodo da sciogliere che sta diventando una mattassa politica inestricabile. Il Pd sinora ha fallito perchè non ha un leader. Il Pdl ne ha già tre con Fazzone, Cusani e Zaccheo. L’abisso che non si riesce a superare è quello di un grande partito, il Pd, che resta una fusione mal riuscita. Margherita e Ds continuano a vivere vite separate in casa. Le elezioni provinciali si sono quindi trasformate in una partita riservata a pochi e da cui forse gli unici veri esclusi sono i cittadini. La candidatura di bandiera di Sesa Amici è lo strumento scelto da Moscardelli, Gioergi e Di Resta per effettuare una conta interna. Per il resto si dovrà attendere il risultato delle urne con la consapevolezza che nelle urne non vede nè Marx nè Berlusconi.

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