sabato 21 marzo 2009

Da Shakespeare al Cavaliere nero, Ndp con Gigi Proietti su La 7

Sergio Corsetti

E’ vero, ci sono anche i numeri 2, 3 e 4. Non solo i numeri uno. La televisione deve pensare anche a loro. Soprattutto il venerdì sera quando per la stancezza accumulata nell’arco dell’intera settimana il divano post cena diventa una tortura e il televisore potrebbe conciliare il sonno. Per rendere frizzante una tipica serata “dormiente” ci serve allora solo lui. Quello che Fellini chiamava in confidenza Giggiaccio. Parliamo di Gigi Proietti ospite l’altra sera de La 7 nella trasmissione Nulla Di Personale condotta da Antonello Piroso. La presentazione è, indubbiamente, forte: “nun me rompe er ca’”, uno dei suoi cavalli di battaglia. L’epiteto è collegato al leader della Lega Nord, Umberto Bossi, e a una delle sue provocazioni antiromane. Segue la filastrocca del cavaliere bianco e del cavaliere nero in cui il secondo ammazza i figli e tutta la discendenza dell’altro perché “al cavaliere nero nun gli devi cacà al…”. Da qui il finto risentimento di Proietti che si duole per il fatto che “dopo decenni di carriera quello che colpisce sono queste scemenze, queste volgarità”. Da Shakespeare al triviale. L’attore romano prende lo spunto per affrontare il tema del linguaggio e dell’uso delle parole. Proietti precisa che non trova assolutamente “sminuente” fare televisione (in realtà con molta parismonia) o la pubblicità. L’importante è “farla divertendosi altrimenti si vedrebbe”. L’intervista si conclude con il riferimento al “maestro” Ettore Petrolini. “Serve un patto generazionale - conclude Gigi - per non interrompre l’eredità del passato. Bisogna prestare un grande rispetto per gli anziani …mi preparo il campo, hai visto mai”.

Nessun commento:

Posta un commento