mercoledì 4 febbraio 2009

Terracina: una piscina piena solo di promesse

Francesco Avena

«Dopo tantissimi anni arriva una svolta che la città attendeva: una piscina bellissima, posso dire la più bella della provincia di Latina, di 33 metri e che ci potrà permettere di organizzare gare internazionali e probabilmente avere anche una squadra di pallanuoto». È il 27 luglio del 2005 quando il sindaco Stefano Nardi annuncia, bando di gara per l’affidamento dei lavori alla mano, che la costruzione del tanto desiderato impianto sportivo sarebbe iniziata tra la fine del 2005 e l’inizio del 2006. Quasi quattro anni dopo, gli stessi cittadini con il desiderio della piscina comunale, si sentono rassegnati ad attendere chissà ancora quanto. Le festività natalizie avevano portato buone notizie agli aspiranti nuotatori, costretti a trasmigrare tra Fondi e Priverno per dimenarsi in qualche bracciata in piscina. I maxi cartelloni che annunciavano la costruzione dell’impianto comunale e la fine dei lavori entro il dicembre del 2009 avevano attirato l’attenzione di molti. E suscitato dure polemiche sul perché si fossero tappezzati gli incroci semaforici con manifesti «elettorali», come sono stati definiti dai critici. Sotto il mirino l’amministrazione, interrogata dai consiglieri del Pd sul perché fossero comparsi quei cartelloni, quanto fossero costati e a chi fosse venuta in mente l’idea di sostenere spese del genere in una situazione di crisi finanziaria come quella del Comune di Terracina. Quando nel lontano luglio del 2005 Nardi prometteva «la piscina più bella della provincia di Latina», non poteva neppure immaginare la via crucis che ne sarebbe uscita fuori. Si può ironizzare dicendo che goccia a goccia la piscina si farà, ma le ruspe non sono a lavoro e il cantiere è deserto. Il lungo stillicidio della piscina comunale inizia nel novembre del 2005. Come promesso dal primo cittadino, viene aperto il cantiere e gli operai messi al lavoro per terminare, coma da programma, la costruzione il 28 maggio del 2006. La redazione di una perizia di variante manda in tilt i piani, i lavori vengono sospesi per qualche tempo, poi ricominciano. Tra interruzioni e ripartenza, la realizzazione della piscina procede a singhiozzo. Nel 2007 è il gruppo consiliare del Pd a prendere l’iniziativa e a presentare un esposto all’Autorità per la vigilanza sui lavori pubblici della Regione Lazio, per scoprire quale mistero si aggirasse attorno all’inattività del cantiere a ridosso dello stadio Colavolpe. La possibilità di ampliare la superficie della piscina a 50 metri anziché 33 come previsto dal progetto iniziale, e la chiusura disposta dal prefetto di Latina Frattasi dello stadio Colavolpe per motivi di sicurezza consegnano gli ultimi tasselli al quadro che rappresenta la piscina: un cantiere abbandonato, una vasca vuota, un odore forte di campagna e bovini. Perché non si dimentichi che l’area dove dovrebbe sorgere, vista la situazione il condizionale è d’obbligo, la cittadella dello sport è una zona di campagna. Forse anche per questo la piscina sarà «bellissima, la più bella della provincia di Latina». Sarà, sarà. Ma Terracina a quanto pare non è che ci creda più di tanto.

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