Sergio Corsetti
Mater semper certam est, pater nuncam. Porta a porta ha titolato “Uno su dieci è illegittimo” sottinteso di figli. Ovvero la scoperta dell’acqua calda. La trasmissione su Rai 1 dell’altra sera, riprendendo un’inchiesta di Panorama, ha affrontato un fenomeno antichissimo ma, allo stesso tempo, delicatissimo. Tema che potrebbe urtare coscienze, soprattutto di chi è coinvolto direttamente dalle vicende. Non deve essere un granché piacevole, infatti, apprendere che quello che fino ad allora era il papà in realtà tale non è più. Confessioni o scoperte del genere sono potenzialmente idonee a stravolgere la vita anche della persona più equilibrata di questo mondo. Nel corso del dibattito Vittorio Sgarbi ha tentato anche di alleggerire il tema provocando a modo suo. Per il neo sindaco di Salemi, il dato riportato dal settimanale è addirittura sottostimato. Dopo aver raccontato alcune esperienze personali, “addirittura un marito, che non poteva avere figli, mi ha ringraziato per avergli dato un figlio”, ha posto al centro del dibattito la volontà del padre “oggi il padre è annullato”. Sgarbi, per rafforzare la sua tesi, ha citato il caso del tennista tedesco (Boris Becker) che ebbe un figlio da una modella, che gli intentò una causa per il riconoscimento, dopo un rapporto orale. Anche il giudice, Simonetta Matone, ha giudicato il titolo di Porta a porta non esagerato. Per sua esperienza diretta le vicende riguardanti il riconoscimento spesso celano tragedie familiari. Per il magistrato, le cause sul riconoscimento o disconoscimento di paternità sono in netto aumento anche perché con la prova del Dna i dubbi ora non ci sono più. Tra i casi discussi in Tv, dopo i riferimenti al marchese Caracciolo alla Carlà “premiere femme” francese, la Bruni, la più clamorosa è stata quella di Manuela Villa. La giovane ragazza, che voleva chiarimenti, veniva accolta nella villa del Claudio nazionale con la classica risposta “il signore non c’è”. Claudio Villa ha avuto due figli dalla signora Noemi Garofalo con la promessa che avrebbe sistemato tutto e subito. Sistemazione che è durata, tra i vari gradi di giudizio, appena 21 anni. Manuela ha cominciato ad avere dubbi dopo la confessione, un po’ vendicativa, di una suora. Poi una zia, anch’essa monaca, le ha spiegato la situazione. “La mia vittoria più grande – dice oggi - è stata quella di aver sconfitto il silenzio”. La sua somiglianza fisica con il papà è sconvolgente. Ancor più il tono e l’impostazione della voce. E una canzone rende più di mille discorsi. Un pezzo cantato in simultanea grazie agli accorgimenti tecnologici odierni: “Tuorna, tuorna, tuorna che se tuorne tu nun ce lasciammo cchiù”.
sabato 14 febbraio 2009
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