Antonio Picano
La drastica riduzione della spiaggia, ma non solo. Gli effetti del maltempo e dell’eccezionale mareggiata che per diversi giorni hanno angustiato il litorale di Sabaudia hanno causato anche danni di grosso rilievo alla sponda destra del canale romano, a pochi metri dal ponte della strada provinciale. In particolare, si è dovuto prendere atto del crollo definitivo di un tratto delle banchine e del muro sovrastante, fatto costruire a protezione del muraglione “in opus reticulatum”, come precisa il geologo e membro del Consiglio Direttivo del Parco Nazionale del Circeo, Nello Ialongo.
“Lo scalzamento alla base delle banchine del porto canale ha avuto inizio nell’autunno del 2003, qualche mese dopo lo sciagurato abbattimento della chiusa innocenziana, detta ponte della memoria, che assicurava una buona protezione alle sponde del canale in quanto mitigava la violenza delle onde che si propagano lungo l’emissario con elevate velocità ed energia, durante le tempeste di libeccio”, illustra tecnicamente Ialongo, già sindaco democristiano di Sabaudia negli anni ottanta, dando inizio ad una breve cronistoria del sito. “Si ha motivo di credere – racconta - che anche all’epoca della costruzione del porto canale romano fosse stata messa in opera una cataratta, che nei giorni di tempesta poteva essere serrata a difesa dei natanti ormeggiati lungo le banchine interne al canale”. Nel corso degli anni successivi alla demolizione della chiusa, un lungo tratto delle banchine sarebbero andate via via in dissesto, inclinandosi sempre più per erosione alla base, “mentre altre banchine più interne (verso il lago di Sabaudia) sono ancora a posto, pur subendo forti sollecitazioni da parte delle onde quando spira il vento di libeccio, con conseguenti progressivi danni strutturali”. Pertanto, secondo il professionista, il crollo di questi giorni potrebbe dare il là ad un effetto domino, in quanto, “comportando il disfacimento e una parziale asportazione della fondazione del primo dei contrafforti, a partire dal mare, costruiti in epoca romana a rinforzo dello splendido muraglione in opus reticulatum, le prossime azioni erosive potrebbero compromettere la stabilità, quantomeno in quel punto, di una delle strutture più preziose di tutta l’area archeologica di Torre Paola”. Per cui bisognerebbe correre immediatamente ai ripari attraverso l’attuazione, da parte della competente Sovrintendenza Archeologica, di un intervento-tampone di massima urgenza. In primis “la realizzazione di una paratia, in sostituzione della demolita chiusa innocenziana, possibilmente mobile per mantenere navigabilità del canale nelle attuali dimensioni, da mettere in servizio durante le mareggiate di libeccio”. “Nei mesi scorsi – conclude Nello Ialongo - si è inutilmente polemizzato circa la progettata sostituzione del “ponte rosso” con un ponte moderno, mentre ci si è dimenticati del tutto del ponte della memoria, la cui eliminazione di anno in anno e di mareggiata in mareggiata ha provocato, e continuerà a provocare, danni irreversibili alle strutture archeologiche di una della zone di più elevato valore del Parco Nazionale del Circeo”.
sabato 14 febbraio 2009
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