Teresa Faticoni
Al presidente del consiglio dei ministri Silvio Berlusconi, a tutto il governo italiano, a tutti i componenti il parlamento europeo. Questi gli indirizzi in calce alla lettere di Armando Valiani, segretario generale della Ugl chimici di Latina, su quello che è diventato “il caso Pfizer”. A poco deve essere servito lo sciopero di venerdì, se il leader del sindacato maggiormente rappresentativo all’interno dello stabilimento di via dei Monti Lepini deve rivolgersi alle alte istituzioni per puntare un occhio di bue sul sito pontino del colosso farmaceutico. «Il caso Pfizer è significativo sulla politica che le multinazionali farmaceutiche hanno intenzione di attuare nel nostro territorio nazionale», ricorda Valiani. La Pfizer ha deciso di andare via, secondo il solito e abusato sistema usa&getta che le grandi multinazionali hanno attivato su questo territorio con e dopo la cassa del mezzogiorno. Ma la Ugl, probabilmente troppo fiduciosa nella responsabilità sociale della multinazionale, non ha ritenuto dover stringere accordi prima. Ora, che lo stabilimento è venduto ad Haupt Pharma, non si può far altro che accettare quanto scritto negli accordi commerciali tra due imprese private – Pfizer e Haupt appunto – che in quanto tali non accettano interferenze esterne. «Terziarizzazione degli stabilimenti di produzione, delocalizzazione in India e Cina, delle produzioni dei semilavorati (capsule e compresse ) per poi farle confezionare in Europa in quanto, commercializzare successivamente i prodotti farmaceutici “made in Cina” o in India risulterebbe difficile, quindi con questa strategia i prodotti risulteranno, sulla confezione elaborati in Europa ma in realtà manifatturati in estremo oriente con i rischi per la salute che tutti conoscono, non ultima la produzione alla melanina che ha danneggiato la salute di molti bambini in Cina e nel mondo», dice Valiani. Da qui la richiesta di intervento del governo nazionale e della Comunità europea «onde evitare che tale strategia sia adottata in breve da tutte le multinazionali, con devastanti risvolti socio-occupazionali che ne comporterebbe l’intero settore». Valiani mette in discussione la politica Pfizer applicata proprio sul nostro territorio: «con la terziarizzazione dei siti produttivi in Europa ad aziende conto terziste, i grandi gruppi farmaceutici eviteranno nei prossimi anni, con la chiusura degli stessi, di balzare alla cronaca con scelte che danneggerebbero l’ immagine della società stessa». Ma come, non c’era un feeling speciale tra la multinazionale e questa provincia? Che fine hanno fatto i 50 anni di matrimonio? Sembra quanto mai tardivo, sembra una ripicca contro un tradimento. «Ci aspettiamo un intervento determinante dal governo, iniziando dal territorio pontino – conclude il segretario dell’Ugl -, avendo come riferimento iniziale lo stabilimento della Pfizer di Borgo San Michele, Haupt Pharma dal 3 febbraio, garantendo che parte delle attuali produzioni non vengano così come previsto dal piano della multinazionale Pfizer trasferite in India».
invece di scrivere appelli propagandistici e demagogici, cari sindacalisti UGL pensate al bene e all'interesse dei lavoratori a Latina come a Catania, in Pfizer come in Wyeth.
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