lunedì 2 febbraio 2009

L’importanza di chiamarsi Barone



di Francesco Furlan

E’ importante chiamarsi Barone in quello che un tempo era il Regno di Napoli. E una persona con questo cognome non può che, prima o poi, andare a ricoprire i ruoli che gli competono. Anche a Formia c’è un Barone: si chiama Carmine e fa il segretario dell’Italia dei Valori. Ha saputo creare, primo nel Lazio, una sezione cittadina dell’Idv. E, soprattutto, sabato mattina ha saputo riunire, in anticipo sull’orario di inizio lavori, i coordinatori e i simpatizzanti del partito di Di Pietro del sud pontino. E a suggello di questo successo è riuscito a far intervenire, in ritardo, anche il presidente provinciale del partito Giovanni Scorziello. Aveva invitato anche alcuni rappresentanti regionali, dice lui, tra cui l’onorevole Claudio Bucci, ma questi sono mancati. Come sono mancati il coordinatore minturnese Vito Romano e quello sancosimese Antonio Fragasso. Barone ha raccontato i suoi primi mesi da coordinatore: “Ho contestato il nome del movimento. Non può essere che Di Pietro ci metta il suo nome: non è democratico (in realtà una mozione discussa da anni nel partito); ho portato a discussione regionale l’esigenza di un biglietto unico integrato per prendere treni e corriere (proprio vero che gli onorevoli non li prendono mai treni e corriere altrimenti conoscerebbero il Birg); ho proposto la creazione di un comitato per l’acqua pubblica (il Comitato contro Acqualatina forse non fa abbastanza danni); ho proposto la creazione di un nuovo sindacato (come se quelli che ci sono non bastassero); a Formia abbiamo già un Prg firmato De Lucia, inutile spendere altri soldi, datemelo in mano e ve lo aggiusto io (ma Barone non aveva un azienda elettrica?); ho fatto causa al Comune di Formia grazie a un mio amico avvocato perché ci nascondono i manifesti (davvero una rivoluzione)”. Questo il bilancio di quattro mesi di attività che ieri però hanno toccato l’apice. Perché seppure Barone è iperattivo e un po’ confuso politicamente come qualcuno in sala ha notato, non si è reso conto di menzionare il suo più grande successo: essere riuscito a riunire, lui solo, per la prima volta, nella stessa sala, nell’ordine: Nicola Reale da Sperlonga, Antonio Balzano da Ponza, Arnaldo Faiola da Fondi, Marco Falco da Aprilia ora Formia, Maurizio Liberace da Formia e tanti altri, di cui ci scusiamo per l’omissione, che ieri dopo aver ascoltato i numerosi interventi del leader formiano: “Io sono concreto, io sono un imprenditore, io investo, io mi sto sacrificando, se non c’ero io…”, ci siamo stupiti non gli abbiano consigliato di candidarsi alle prossime elezioni con il partito dell’uomo simbolo di self made man Silvio Berlusconi. Fatto sta che la riunione che ne è uscita oltre ad annunciare che Enzo De Amicis sarà il candidato unico dell’Idv alla provincia, e mancava poco che all’annuncio del presidente Scorziello Balzano se ne andasse insieme ai colleghi, ha fatto emergere la totale assenza di democrazia interna. Il partito è completamente spaccato. I vertici provinciali non sanno probabilmente nemmeno dove sta di casa il sud pontino né hanno alcuna idea della linea politica. Appaiono godere soltanto della luce del leader Di Pietro che fa ottenere voti lasciando tutto il resto nel più totale buio. L’impressione è che il movimento creato dal magistrato sia il perfetto cavallo di troia per raggiungere qualsiasi obiettivo a perfetti sconosciuti, avventurieri e trombati della politica. Eppure qualcosa si muove. Una parte del sud pontino, per quanto emerso sabato, appare non voler rientrare in questa logica e gli interventi dei vari esponenti intervenuti sembrano affermarlo chiaramente. Ma c’è un ma. E quel ma si chiama Barone, l’unico capace di riunire i leader cittadini. L’uomo che rappresenta in toto quello che dalla romana Latina ci si aspetta dal sud pontino e che, in qualche modo, suo malgrado, rappresenta tutta la distanza esistente, presente anche in altri contesti, tra il capoluogo e la lontana provincia, e figuriamoci le isole. Barone probabilmente appare, agli occhi dei rappresentanti provinciali, il migliore: dialettale, macchiettista, dirigenziale… Baronale. E questa, alla fine, è la critica che per prima ci viene in mente a quei capaci leader cittadini del sud pontino che sabato mattina sono accorsi a Formia per scambiarsi impressioni sul momento politico: “Se non c’era Barone…”, come il segretario formiano ha infine salutato tutti alla fine dei lavori, con quel che ne segue.

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