Maria Corsetti
Negli anni ’20 la bonifica, nel dopoguerra la Cassa del Mezzogiorno, nel 2000 è il kiwi a scrivere le pagine dell’economia del territorio pontino. Un ritorno alle origine agricole in chiave esotica che ha visto nel giro di quattro decenni mettere Latina e il nord della sua provincia in cima ai produttori mondiali del frutto dalla buccia ruvida e dalla polpa verde smeraldo. Per rafforzare questa posizione di centralità sarà proprio Latina, insieme a Viterbo, ad ospitare il nono convegno nazionale dell'actinidia che si svolgerà dal 6 all'8 ottobre prossimi e che è stato presentato ieri mattina dall'assessore comunale alle attività produttive Alessandro Calvi, dall'assessore provinciale di Roma Aurelio Lo Fazio, dal consigliere regionale Claudio Moscardelli, da Giorgio Balestra dell'Università della Tuscia e dal presidente del consorzio di tutela I.G.P. Kiwi Latina, Gianni Cosmi. Un concreto momento d'incontro tra il mondo della
ricerca e tutto l'indotto legato alla coltivazione dell'actinidia: è questo il filo conduttore che animerà i giorni di studio e incontro. Ma ci sarà un occhio particolare anche a tutta la questione marketing. Sarebbe necessario, come ha evidenziato ieri Gianni Cosmi, incentivare il consumo: attualmente parliamo di due chili e mezzo pro capite di fronte agli oltre trenta di arance e mele, se si mirasse al raddoppio i benefici da un punto di vista dell’economia pontina sarebbero sotto gli occhi di tutti. Operazione non impossibile tenendo conto delle qualità del frutto, ricchissimo di vitamina C, e dell’ottimo gusto di quello pontino la cui genuinità è certificata dalla coccinella che l’Europa ha riconosciuto al marchio Kiwi Latina. «Il Kiwi Latina è così saporito perché può contare su un periodo di vita più lungo rispetto ad altri luoghi di coltura – ha spiegato Cosmi – da noi la gemmazione avviene a marzo e la raccolta a novembre. In altre zone d’Italia il ciclo va da aprile a ottobre, quindi due mesi in meno rispetto al nostro».
«Si parla tanto di economia reale – ha commentato in chiusura la presidente di Coldiretti, Daniela Santori – mi sembra che qui me abbiamo un esempio importante. L’economia pontina potrebbe ripartire da qui».
venerdì 13 febbraio 2009
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