sabato 17 gennaio 2009

Sciogliete Terracina Ambiente



Francesco Avena


Terracina Ambiente, la storia della società mista che gestisce il servizio di raccolta e trasporto dei rifiuti finisce alla Procura della Repubblica e alla Corte dei conti. Sono queste le mosse del gruppo consiliare del Pd, che insieme a quello dei Verdi ha deciso di presentare per la prossima settimana un esposto alla Procura, da cui si vuole sapere «se fin dall’avvio della procedura di aggiudicazione del servizio alla società mista – chiede il Pd - siano rilevabili profili di responsabilità penale a carico dei soggetti a vario titolo coinvolti». Dalla Corte dei conti per capire se ci siano gli estremi per «rilevare profili di danno erariale». La minoranza intende anche convocare un consiglio comunale con un punto all’ordine del giorno: lo scioglimento della Terracina Ambiente Spa. Una storia piena di contraddizioni quella della società mista, con il 51% detenuto dalla parte pubblica e 49% dall’Aspica. I nodi irrisolti della gestione del servizio di pulizia urbana sono molti e di fatto non garantiscono a Terracina una raccolta efficiente come pure investimenti mirati a migliorare il servizio. Si parte dalla nascita (ufficialmente il 1 dicembre 2007) della società partecipata, sorta dalle ceneri del rapporto conflittuale con la Slia, la vecchia ditta che svolgeva per il Comune di Terracina il servizio di raccolta rifiuti. La società accumula perdite d’esercizio importanti. Nel 2007 la perdita raggiungeva i 750mila euro, il 30 giugno 2008 si era gonfiata fino a toccare quota 1milione 53mila euro. Tutto ciò basterebbe a dichiarare «il fallimento della Terracina Ambiente» evidenzia il Pd, ma si deve aggiungere che «con due distinte delibere l’amministrazione comunale di Terracina ha provveduto all’aumento dell’imposta Tarsu rispettivamente del 20 e del 25%. Inoltre il consiglio comunale ha approvato una sanatoria per la stessa Tarsu» conclusa la scorsa estate. Una contraddizione più volte manifestata dai gruppi consiliari della minoranza, che rimproveravano all’amministrazione l’incoerenza di aver aumentato considerevolmente la tassa sui rifiuti, riconoscendo più tardi indispensabile ricorrere al condono, tanto era elevato il tasso di evasione. A pesare come un macigno sulla credibilità della Terracina Ambiente altri fattori, come il Piano Santoro per l’inizio della raccolta differenziata, approvato «in assenza del numero legale e senza la presenza della minoranza – accusa l’opposizione - tanto da indurre i consiglieri comunali del Pd e dei Verdi a impugnare innanzi al Tar tale deliberazione affinché ne venisse dichiarata la nullità». Altro mistero da chiarire quello del sito di compostaggio di «Le Morelle», che l’amministrazione continua ad affermare essere in possesso del Comune. «Formalmente di proprietà di Slia» ribadisce il Pd. Infine le dichiarazioni dell’ormai ex presidente della società Alfonso Cangiano, dimessosi in blocco con gli altri esponenti di parte pubblica a dicembre. «Ben venga un commissario o un giudice – aveva affermato il presidente Cangiano prima di dimettersi - che verifichi se si è avuta una gestione più o meno poco accorta o effettivamente ci troviamo di fronte ad un appalto di gran lunga sottostimato. E se sottostimato di quanto?» Queste dichiarazioni avevano aperto il dibattito fino alle dimissioni di presidente e consiglieri che a tutt’oggi non si è ancora provveduto a sostituire. Sul possibile interessamento della Latina Ambiente ad assorbire la società terracinese, si apre un altro interrogativo. La minoranza ha tirato le somme, la Terracina Ambiente ha dimostrato di essere «un vero e proprio fallimento». La prossima settimana partiranno gli esposti alla Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica.

Nessun commento:

Posta un commento