mercoledì 11 agosto 2010

LA VIPERA - Se fosse...

aemme
Un salotto di quelli ben frequentati, Raffaella Carrà come padrona di casa e fra le chiacchiere, un gioco. Se  fosse, mi sembra si chiamasse e la trasmissione è di diversi anni fa, per cui premetto che  i miei ricordi sono un po’ vaghi.  Ciascuno degli ospiti conosceva il personaggio da indovinare, tranne uno che lo avrebbe dovuto scoprire grazie alle risposte che gli altri davano alla domanda “se fosse” seguita da una qualsiasi cosa: un animale, un’auto, una nazione, una pietanza, un mestiere … ad esempio se la persona da indovinare era un po’ su di peso e la domanda era::  “se fosse un animale, che animale sarebbe”? “Sarebbe un pesce palla oppure una balena o un elefante”, poteva essere la risposta. Più o meno così. Fine del gioco. Immedesimarsi. Questa è cosa che siamo tutti  capaci di fare: quant’è facile. Io se fossi un politico farei . . . esattamente il contrario di quello che fa ( ora qui, vista l’attuale situazione politica in Italia o quella ancora più grave nella nostra città, sarebbe una risposta scontata. Peggio di così …). Ma questa saggezza è elargita su tutto, su argomenti più diversi fra loro, sulla moda, sui vini, sulla qualità o la bellezza (che non dovrebbe mai essere in discussione data la soggettività dei gusti) di donne, auto, città, nazioni – e qui il rischio è che se ne parli senza che siano state visitate –. Si fa un gran parlare di tutto, giudicando. Si esprimono giudizi duri e senza possibilità di replica sulle umane reazioni a gioie o dispiaceri, sui sentimenti, perché si conosce sempre il modo giusto di rapportarsi al mondo che è uno ed uno soltanto, il loro. Giudizi severi e senza appello che mi chiedo come facciano a scandalizzarsi – classica la frase “io non mi scandalizzo di niente” e poi giù sentenze- Sanno puntare il dito da un pulpito che non gli appartiene, salire ed arroccarsi su piedistalli di cristallo che mai potrebbero reggerne il peso. Uomini che non si pongono domande perché hanno già – nel DNA – la risposta. Certa e irrevocabile e triturano tutti. Sanno sempre come ci si comporta, mentre io credo pure di sbagliare la quantità d’aria che respiro. Tutto chiaro, attaccare sempre che non si sbaglia mai. Quel giochino della signora dei salotti andrebbe tanto bene a qualcuno di questi signori. Basterebbe che lo facessero da soli, davanti ad uno specchio che sia in grado di rimandare loro non tutto il viso, ma anche semplicemente solo gli occhi, ponendosi una domanda come se non fosse diretta a loro: semplice. “Se fosse un uomo, se fossero di uomo questi occhi è ancora così che si comporterebbe . . .?”. Ho la vaga idea che continuerebbero ad  assolvere il loro comportamento  con formula piena.
chevipera@libero.it

1 commento:

  1. Concordo con le osservazioni della Vipera: la coerenza delle persone si rileva anche dagli atteggiamenti più marginali e irrilevanti, come quando non si risponde al telefono: Se tutti ci ponessimo questa semplice domanda: " E' giusto comportarsi così??"

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