domenica 2 maggio 2010

L'ARCONORMALE - I pelosi di Zac


Lidano Grassucci
 Leggo di movimenti di massa in difesa del cittadino, già sindaco, Vincenzo Zaccheo. La cosa di per se stessa sarebbe come voler difendere la memoria di Redi, il sogno di Finestra. Roba passata e la cosa ha politicamente lo stesso senso di quanti hanno nostalgia dei Borbone o dei Savoia e lo dico da repubblicano. Infatti la cosa curiosa è un’altra a difenderlo sono i reduci, i senza posto: gli assessori senza assessorato che dicono “ora la città va a rotoli”, non sono credibili difendono se stessi non la città, i consiglieri che rimpiangono il posto perso non sono credibili, sono interessati tanto al particolare. Sabato su queste colonne Felice Palumbo chiedeva, a nome degli ex consiglieri di Forza Italia, al cittadino Zaccheo di spiegare la figuraccia familista fatta davanti a 12 milioni di italiani di Striscia la notizia, di spiegare la non nobiltà (uso un eufemismo) di aver pensato ad attaccare il responsabile del suo stesso partito non a faccia aperta, non con il petto gonfio, ma sussurrando all’orecchio.
La risposta alla domanda di Felice Palumbo è arrivata per via indiretta: sulle colonne di Latina Oggi un certo Claudio Malagola, lo steso giorno, ha lanciato una sorta di pubblica colonna infame mettendo alla gogna i 12 consiglieri ex Forza Italia rei di aver bloccato la città. Lui si sentiva in dovere di insorgere. Giusto, è nel suo diritto, ma il nostro ha omesso di dire che la sua signora lavorava nella segreteria del sindaco. La cosa non è un reato, ma non è cosa che andava omessa per far capire l’onesta intellettuale di chi si è indignato. La signora Malagola era una delle 8 segretarie del sindaco Zaccheo. Certo che Malagola è indignato, ma non è un cittadino neutro. Tiene famiglia Malagola, in città nei bar il discorso di Malagola non l’ho sentito ma ho sentito la gente che rideva per non piangere dicendo “ricordati delle mie figlie”.
Tutto legittimo ma siamo alla rivolta dei parenti, si pensa sempre alla famiglia. Il sindaco, oggi cittadino, alle figlie, ed è giusto, i solidali stanno un po’ arrabbiati per le consorti.
E i cittadini normali? Ringraziano i 22 che hanno fatto finire questa storia. Ringrazio chi ha fatto terminare il teatrino rimettendoci di persona. Io sto con loro, sapete da piccolo mi hanno insegnato che “non si parla all’orecchio”. Lo sanno anche i bambini.

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