martedì 6 aprile 2010

SERMONETA - Bristol, un paradiso diventato inferno


Teresa Faticoni
Sembrava il paradiso dell’industria pontina, si stanno invece aprendo le porte sull’inferno Bristol. In occasione della vendita dello stabilimento di Sermoneta Scalo alla Corden Pharma arriva lo sfogo diretto di un gruppo di lavoratori contro il disagio vissuto negli anni. E sempre taciuto. Non si capisce perché. Fino a ieri. Quando si sono aperte le dighe della contestazione. Una lettera aperta denuncia tutti i mali di via del Murillo. Ferisce la delocalizzazione delle produzioni laddove il lavoro non costa nulla, ma i costi collaterali sono altissimi. «Purtroppo non importa se i lavoratori, con tanto sacrificio hanno contribuito a far diventare grande questa azienda, se hanno lavorato in condizioni penose per il bene dell’azienda, anche facendo finta di non vedere le pecche dei sistemi di sicurezza; lavorando con puzze di solventi cancerogeni, polveri leggere, mettendo a repentaglio la propria integrità fisica. Nessuno ha mai parlato del fatto che nel reparto chimico sono morte molte persone a causa di tumori e altre ancora stanno combattendo», si legge nella durissima missiva. Quello che brucia è l’addio senza tener in nessun conto i lavoratori, una vita spesa in quello stabilimento che viene messa sul mercato. Il tutto lasciando inquinamento e desolazione. «Ha sfruttato il territorio inquinando. Usufruendo della Cassa del mezzogiorno, dei fondi provinciali, regionali, statali ed europei e ora? Vende! Cosa vende? La struttura non è della Bristol. È nostra! Vogliamo che lo Stato intervenga procedendo con la confisca del sito perche questi “signori” ci hanno stancato», dicono i lavoratori. Un altro punto debole sono le assunzioni, effettuate nei periodi in cui erano state aperte procedure di mobilità dicono i dipendenti della Bristol, e l’ultima alle risorse umane lunedì scorso. Per non parlare dell’uso spregiudicato fatto dei contratti a tempo determinato. «Invitiamo il Comune di Latina e di Sermoneta, il presidente della Provincia, il Prefetto, il presidente della Regione (peraltro ex segretaria confederale), il Ministro del Lavoro, il Presidente del Senato, della Camera dei deputati, il Presidente Berlusconi e il Presidente della Repubblica: non ci abbandonate in questo delicato momento, facciamo emergere i valori della Costituzione contro l’economia di mercato che “manda a casa” la gente onesta». Sulla vertenza anche il segretario di Rifondazione comunista di Maenza Alessandro Pucci che invita alla creazione di un tavolo permanente di mobilitazione: «Senza indugi dobbiamo tutti mobilitarci e tenera desta l’attenzione per le vicende societarie che stanno interessando la multinazionali che da tanti anni opera nel territorio di Sermoneta».

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