mercoledì 7 aprile 2010

SERMONETA - Bristol, i sindacati fanno appello all'unità



Teresa Faticoni
«Pur comprendendo le reazioni di chi vede a rischio il suo posto di lavoro, non sono giustificabili calunnia e diffamazione in un momento così delicato quando una multinazionale lascia il territorio». Dario D’Arcangelis, segretario generale della Filctem Cgil di Latina respinge al mittente le accuse lanciate da un gruppo anonimo di lavoratori della Bristol all’indomani dell’annuncio della vendita del sito di Sermoneta Scalo. «Tutti adesso scoprono che c’era un problema - prosegue amaro il segretario - ma noi cinque anni fa presentammo una denuncia, poi archiviata, presso la Procura della Repubblica in merito alle malattie registrate in alcuni reparti». Due giorni fa un gruppo di dipendenti della multinazionale avevano lamentato inquinamento e cattiva gestione del personale, lasciando intuire complicità del sindacato. «Se dovessero essere rivolti a noi respingiamo categoricamente attacchi del genere - prosegue D’Arcangelis -, ritengo che in questa fase le grandi dichiarazioni che non aiutino nessuno. Non è possibile confiscare una proprietà privata». Il riferimento è alla richiesta di confisca del sito, possibile in Italia solo nel caso di beni appartenenti alla mafia. «Misuriamoci come sempre avvenuto sui problemi da affrontare per dare certezze e sicurezze ai lavoratori», conclude il segretario che invita tutti alla collaborazione per superare la fase difficile. 

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