martedì 20 aprile 2010

filoLogico - Lezioni di sopravvivenza urbana: l’acquisto dello sturalavandini



Maria Corsetti

Avete mai provato ad acquistare uno sturalavandini? Arriva il giorno che serve e realizzi che non ti sei fatta mancare oggetti utilissimi come il leva-torsoli alle mele, del quale al doppio lavello della cucina non interessa granché. Guardi costernata quelle due vasche di acqua mista a detersivo che non accennano a scendere di livello e nella memoria ripeschi l’idea di quello che occorrerebbe ma in casa non c’è.  Il giorno dopo – l’acqua durante la notte è scesa del tutto ma basta niente per ripristinare le pozze – vai al supermercato in cerca dello sturalavandini. Uno di quei supermercati dove trovi tutto, finanche  il kit completo per il lavaggio dell’auto. Quello è facilissimo da trovare. Lo sturalavandini invece è nascosto. Non c’è una categoria esatta dove collocarlo. Tra i piatti e i bicchieri no, neanche tra i detersivi. Alla fine lo stani, stava nel reparto “scope e scopettoni”. Qui il dramma: ci sono due modelli, uno da un euro e cinquanta, l’altro da sei euro e cinquanta. Quello più costoso avrebbe anche un comodo arpione per recuperare gli oggetti. C’è scritto sulla confezione, ma io questo arpione non lo vedo. La tentazione di comprare lo sturalavandini migliore è forte, durerà senz’altro di più. Astutamente testo la gomma delle ventose, mi sembra che entrambe abbiano la stessa consistenza. Opto per lo sturalavandini low cost, speriamo bene, speriamo che questo risparmio non si traduca in una spesa supplementare. Io mi ricordavo lo sturalavandini standard, manico di legno, ventosa color ruggine. Questo invece ha il manico di plastica bianca e la ventosa a scelta: verdina, giallina, celestina. E ora di che colore lo prendo? Sono tutti e tre carini, sembrano gelati alla frutta. Prendo quello giallo, chissà perché. Funziona! Superato l’ostacolo da sopravvivenza urbana, mi guardo intorno. Ho pulito casa qualche giorno fa e questa ha avuto l’impudenza di impolverarsi di nuovo. È primavera e i gatti perdono il pelo, se li spazzoli non cambia niente, la quota di pelo che rimane sul pavimento è sempre la stessa. Però i gatti sono contenti che li hai spazzolati e per dimostrare riconoscenza planano sul letto appena sistemato, entusiasti delle lenzuola fresche di bucato. Non resta che prepararsi per uscire. Lo specchio del bagno è come una calamita, attira le gocce d’acqua da ogni latitudine. Dal rubinetto volano verso l’alto. Sono cariche di calcare, si asciugano in un attimo, per toglierle ci vuole la raschietta, quando hai avuto la meglio su di loro hai necessità di lavarti per cancellare i segni della fatica. E che fai? Mica vorrai riaprire il rubinetto e ricominciare da capo? 

Nessun commento:

Posta un commento