venerdì 28 agosto 2009

La nobiltà perduta dei giornali

 
Lidano Grassucci
Voglio scendere da questo mondo dove è morta la dignità, il rispetto e la decenza. A sinistra, su L’Espresso, leggo che il caso Fondi si spiega tutto con rapporti personali di Ministri della Repubblica con persone di questa provincia. Non si dice e si insinua come con la Santa Inquisizione. Feltri sul giornale di Berlusconi attacca il direttore dell’Avvenire, reo di aver chiesto alla politica italiana, e al premier, comportamenti meno sfrontati.
Non amo i preti neanche un po’, ma odio ancor di più chi non argomenta contro altrui argomento, ma infanga. Non è stato il direttore di Avvenire a denunciare i comportamenti privati di Berlusconi, lui ha segnalato il suo punto di vista, da cattolico.
Non lo condivido, da laico penso che nel proprio letto ciascuno possa fare quel che crede. Contesto solo a Berlusconi di essere moralista pubblico, quanto indulgente nella sua prassi privata. Contesto a Berlusconi di essere allegro nella prassi privata e di voler andare alla Perdonanza con l’Arcivescovo de L’Aquila.
Craxi era forse anche più gaudente del nostro, ma non si sognava neanche di fare ipocrisie per ingraziarsi gli elettori cattolici. Era libero nella sua prassi, quanto nel rispettare quella degli altri.
Non avrebbe mai fatto la multa a chi andava a prostitute in via Nomentana, mentre lui se le portava in casa.
A sinistra non sono da meno: introducono elementi di pruderie su una questione che è di rispetto di una comunità. Fondi non è mafiosa, Fondi è una città di provincia italiana, come altre centinaia. La gente di Fondi lavora. La sua amministrazione se è “inquinata” deve essere sciolta dal Consiglio dei ministri che ha arbitrio di farlo. Ha arbitrio e responsabilità, non deve obbedire a quello che piace ai giornali, né il governo della Repubblica ha un arbitrio ottenebrato da aderenze personali dei ministri.
E’ ignobile quello che leggo, è senza nobiltà. La posizione del direttore di Avvenire, le sue idee, non sono meno se da piccolo aveva la scarlattina, la decisione su Fondi non è meno onesta se non risponde ai desiderati de L’Espresso o di qualche foglio locale.
Non ho alcuna stima di Feltri, non ho alcuna considerazione dell’Espresso. Mi preoccupo per questo paese alle prese con delatori e mistificatori di realtà.
Sul Corriere della Sera leggo che Fondi va sciolta perché hanno mandato agli arresti domiciliari alcuni funzionari del comune. Omette, quel giornale, che quegli arresti sono stati considerati dal tribunale del riesame, illegittimi. Dimentica il liberale Corriere che questo significa che liberi cittadini della Repubblica che non avevano commesso alcunché sono stati privati della libertà, che per un liberale è l’ignominia più grave che si possa compiere.
Ma questi sono i tempi che corrono e l’informazione è in mano a sciacalli. Sto con il direttore de L’Avvenire come sto con Fondi, duro essere liberi perché devi riconoscere la libertà degli altri. Con Dino Boffo direttore del giornale cattolico andrei volentieri a cena, con Feltri neanche morto. Andrei volentieri a cena con Luigi Parisella, non con il direttore de L’Espresso.  

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