sabato 1 agosto 2009

La Destra che non c’è

Lidano Grassucci


La vicenda di Fondi è da teatro dell’assurdo, è una vicenda paradossale. E’ emblematica di come la politica abbia abdicato al proprio ruolo di scelta. La cultura del rinvio è codarda, immaginiamo la Gran Bretagna di Churchill che rimandava la guerra alla Germania. Immaginiamo Craxi che a Sigonella rinviava l’arrivo dei Carabinieri davanti alle teste di cuoio americane. Ma loro erano capi e avevano il senso dello Stato. La destra liberale italiana, quella democratica non nostalgica, quella che ha come padri Benedetto Croce, Luigi Einaudi, Giovanni Malagodi e prima Cavour e Giolitti, aveva un alto senso dello Stato. A dire il vero ha fatto lo stato unitario italiano, ci ha portato in Europa dalla deriva verso l’Africa colonizzata per via di padroni stranieri al nord e monarchie imbelli (chiesa e Borboni) al sud. Questa gente avrebbe deciso, avrebbe messo la faccia, la cultura del rinvio è melassa clerico-democristina, è palude. La crisi del centrodestra in questo momento è tutta qui, sta dentro l’incapacità di decidere, sta nella crisi della leadership. Il partito della destra italiana è un contenitore dove si cerca di conciliare tutto e quindi diventa un niente: Fazzone e Ciarrapico non possono convivere nello stesso partito, nel medesimo gruppo parlamentare. Il primo è figlio del cambio generazionale del ’93, il secondo è residuo inquinato della partitocrazia paludodemocristianoaffaristica che scimmiottava di fascismo e faceva “affari” democratici. Zaccheo con la sua militanza nella destra di testimonianza cosa ha a che spartire con il piccolo albergatore gaudente che mai aveva fatto politica di Gianfranco Conte, sono tipologie umane agli antipodi. Cosa ha a che fare la ministressa Stefania Prestigiacomo da Siracusa, borghese come lo sanno essere i siciliani con il popolarismo di Maurizio Lucci da Bassiano sindaco di Sabaudia. La prima dentro gli interessi dei villisti sulla duna, il secondo dentro le angosce degli operai di Rizzardi, dei dipendenti dei darsenisti dentro il lago.
Che cosa lega il mondo di Prestigiacomo con quello di Lucci? Niente. Cosa hanno in comune l’idea di partito di Zaccheo, con l’idea di appartenenza, con il rispetto delle gerarchie, con le scelte di correnti con le nomine dall’alto del partito nuovo?
C’è il rischio che questo grande contenitore elettorale che è il Pdl pontino imploda, che deluda i propri elettori fino ad ora eccessivamente generosi e tolleranti.
Fondi e la politica del rinvio è anche la prova che c’è il rischio di essere lasciati soli a difendere il fortino, che i nostri non arrivino a rompere l’assedio o sparino anche loro sugli assediati.
Le regionali sono vicine e nulla è più scontato.

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