Lidano Grassucci
Mica le cose capitano per caso, se da lì vieni da lì prendi vizi e virtù.
Galardo? E’ democristiano, può fare tutti i voli pindarici che vuole ma in un partito di ex fascisti, anche se parecchio ripuliti, lui non ci può certo stare. Era moroteo, guardava a sinistra. Adesso può pure guardare Berlusconi, ma il moralismo di Fini proprio no. Bruno Creo c’era all’Hotel Europa ma se ne era già andato, era come un pesce rosso in una vasca con gli squali. Li guardava i commensali con stupore e mentre si schierava pensava ad andar via, credo che non abbia aspettato neanche di abbandonare la sala per “uscire” e si è sentito anche liberato. Pure lui è un pragmatico democristiano e non un sognatore reduce. Galetto è riconoscente, ma la riconoscenza non è una categoria della politica ed i secondi sono storicamente i meno affidabili a sostenere le cause dei primi decaduti. Perché Stefano Galetto è il più interessato alla caduta del capo, perché se si ridimensiona il capo è lui. E neanche alla passatella è bello fare il sotto. Ultimo ad andar via è stato Gianni Chiarato, in odor di assessorato promesso e mai dato (Ma su questo anche Maietta può accampare qualcosa), ha avuto la pazienza di Giobbe, ma anche lui ora è sbottato ed ha dichiarato di restare nel Pdl.
Restano Maietta e Gioia, il primo fedele per mancanza di spazi di manovra, il secondo per amicizia personale. A questi si aggiungono i pentiti: quelli che Zaccheo non lo hanno votato alle elezioni comunali ma che si sono innamorati per strada, quelli della cotta facile. Aielli che alle amministrative portava Mansutti, Messina, anche lui mansuttiano, e Anzalone ipersinistro oggi emulo di Nicola Bombacci (quello che ha fondato il Pci, rivoluzionario di ferro che passa con un Mussolini tornato repubblicano e decadente). Ci sono anche i Cirillini pentiti Di Fazio e Olimpieri, ma loro alle comunali volevano sindaco Cirilli e non Zaccheo. Hanno già cambiato una volta…
Poi c’è Guercio che, oggettivamente, è l’unico capace di tener testa al capo e giocatore di una partita ardita ma sua. Insomma l’armata è diventata un reggimento da retrovie con truppe spesso raccolte lungo la strada e qualche fedelissimo. Contiamo anche Marcheselli e Rosolini la cui fedeltà non è proporzionale ai voti, devotissimi ma con appeal elettorale vicino a niente. Tutto qui.
Zaccheo contava su Nuova Area, ma già gli uomini di Loffredo sono diventati meno entusiasti di giocare una partita che è di altri, Conte deve fare i conti con le politiche ormai prossime venture e non è in condizioni di rischiare. E siamo ad agosto, ad ottobre credo che l’opzione zaccheiana sarà registrata come l’albumina nell’analisi delle urine, con la parola tracce.
Del resto davanti ad Aracri sono andati via Guercio e Marcheselli, gli altri sono rimasti al loro posto.
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