sabato 12 giugno 2010

LATINA - Saracinesche abbassate, passa il corteo Nexans

Teresa Faticoni
Cominciamo dalla fine. Da quando Alessandra Crociara, rsu della Nexans, ha aperto il comizio sul palco allestito sotto la prefettura. «Lentamente muore…». Contro lo stillicidio del lavoro trasferito dove costa poco e rende moltissimo, ieri Latina si è stretta ai lavoratori della ex Fulgorcavi. L’appuntamento era alle 10 in piazza della Libertà, con la manifestazione Sos lavoro e occupazione. I ragazzi della Nexans, però, da molto prima urlano cori e slogan. «Nexans ascolta Latina non si tocca», «Sveglia, Latina sta morendo». Il corteo parte puntuale, in testa ci sono le istituzioni che hanno lanciato una risposta univoca. Tommaso Conti, sindaco di Cori; Sergio Mancini, sindaco di Norma; Giovabattista Onori, assessore di Bassiano; Eligio Tombolillo, sindaco di Pontinia; Dandolo Conti in rappresentanza del Comune di Nettuno; Massimo Treiani da Aprilia; il sindaco di Sezze Andrea Campoli; l’assessore Pecchia da Terracina; Biagio Coppa per il Comune di Fondi; l’assessore Silvio D’Arco con la fascia blu della Provincia di Latina; l’assessore Enrico Tiero; i consiglieri provinciali Silvano Spagnoli, Fausto Nuglio, Memmo Guidi, Enzo Eramo; i consiglieri regionali Claudio Moscardelli e Giovanni Di Giorgi; tanti esponenti di partiti politici (il Pd sfila con due striscioni quello del partito guidato dal segretario Giorgio De Marchis e quello dei giovani democratici) a dire che non si può portar via così il futuro di questo territorio. Il lungo corteo dei lavoratori, molti dei quali hanno con sé la famiglia e i bambini che partecipano a quella che sembra loro una bella festa, si apre con Cristian Della Portella, rsu di fabbrica che con un microfono incita i suoi colleghi alla contestazione, ed Eugenio Siracusa, che a Borgo Piave ci lavorava. Adesso è sindacalista, ma nel megafono urla e urla la rabbia di tanti suoi colleghi. Al passaggio del corteo i commercianti di latina abbassano le serrande dei negozi in segno di partecipazione. C’è tanta gente comune, venuta qui a portare la sua solidarietà a questi giovani (l’età media di coloro che stanno rischiando il posto di lavoro si aggira sui 40 anni), ci sono i padri e le madri di questi ragazzi con lo sguardo ombrato (molti hanno lavorato a Borgo Piave), le organizzazioni sindacali sono rappresentatissime; ci sono le ragazze della Playtex che intonano Bella ciao alternandola con Fatti mandare dalla mamma a prendere il latte; i dipendenti della Shopping global center ex Dublo; quelli della ex Bristol ora Corden Pharma; qualche lavoratore ex Tetra pak, qualcuno licenziato da Janssen, qualche ex Gambro ora Scm; ci sono i ragazzi della Wyeth; quelli della Meccano; quelli della Selex; della ex Pettinicchio; una delegazione dei Comitati riuniti agricoli. Troppi “ex” a sfilare nelle vie del centro di Latina, a raccontare di un territorio la cui unica vocazione, checché ci vengano a raccontare, è quella industriale. E invece lo hanno trattato come una puttana, sfruttato e abbandonato. Senza nemmeno lasciare i soldi sul tavolino quando sono andati via. Le forze dell’ordine al gran completo vigilano sulla serenità di tutti. E infatti tutto scorre lento, ma non inesorabile. «La Nexans di Latina non deve chiudere», urlano dal palco i lavoratori che si alternano. La prima canzone è “L’isola che non c’è” di Bennato. Un applauso scioglie la tensione, qualche lacrima si mischia alla pioggia e al sudore. Un minuto di silenzio è il tributo ai morti sul cantiere di venerdì a Itri. «Antonio uno di noi», urlano i ragazzi della Nexans allo scrittore Antonio Pennacchi che sul palco parla da intellettuale. Alla fine qualcuno consegna al prefetto un documento. Si riparte da qui, da queste facce, da questa gente che chiede un diritto garantito dalla Costituzione.

1 commento:

  1. Grazie, i lavoratori nexans ti sono grati a te come ai tuoi colleghi.
    leggere di noi o sentire parlare di noi in tv, non ci fa sentire soli.
    Non sai, o non lo so se lo sai, quanto è importante!
    GRAZIE!!

    C.D.P.

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