venerdì 7 maggio 2010

L'ARCINORMALE - Rivoluzione di generazione



Lidano Grassucci
La primavera, quest’anno, tarda a venire. Piove sempre, l’umore ne risente. Montesquieu ragionava dei popoli in base al clima in cui la natura li aveva destinati. Il tempo ha un senso e questa stagione è come la vita di Latina negli ultimi anni, è grigia. Mai una idea di sole. Grigio è guardarsi indietro, grigio è non vivere il presente. Grigio è quel popolo in cui non ci sono le stagioni in cui tutto si ripete. Questa fase politica a Latina deve significare un passaggio generazionale, deve rimettere l’orologio della storia in sincronia con le persone che la fanno. Nel ’93 Maurizio Mansutti 38enne fu sostituito alla guida della città da Ajmone Finestra che di anni ne aveva più di 70. Come se alla Juve sostituissero Del Piero con Anastasi per cambiare il corso del campionato.
Come se per affrontare il Barcellona di oggi avessimo chiamato Pozzo. E con Pozzo siamo andato avanti: in Italia nascevano movimenti politici nuovi (la Lega, Forza Italia) e noi ricordavamo i balilla.
Grigio? Nero quasi. Parlo di rivoluzione generazionale perché in America hanno Obama che di anni ne ha meno di 50. In Veneto Zaia ha poco più di 40 anni come Cota in Piemonte. Noi? Ancora discutiamo del passato. L’altro giorno ad un convegno organizzato da Claudio Moscardelli, classe 62, consigliere regionale del partito democratico mi sono trovato al tavolo con (oltre a lui) Pasquale Gagliardi (50 anni), Gianrio Falivene (poco più che 40enne). Il più vecchio era Mansutti che di anni ne ha 55. Un evento, un evento assoluto per una volta un tavolo di contemporanei. Che in città sia iniziata una rivoluzione verde? Speriamo, perché servirebbe. Anche se a 50 anni negli altri paesi si è già vecchi.
  

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