lunedì 26 aprile 2010

PONZA - Ornitologi nuovamente sotto tiro

Raffaele Vallefuoco  
La Stazione di Ornitologia Ponzese, struttura che conduce studi di ricerca sull’ecofisiologia delle migrazioni, fiore all'occhiello della comunità scientifica internazionale, ha subito la scorsa settimana l’ennesimo furto di reti: il terzo dal 2000 «Un danno, non solo economico - spiegano dal centro ricerche - anche se ci vogliono dalle 400 alle 500 euro per il riallestimento del campo sul quale vengono condotti gli studi,  ma anche, e soprattutto scientifico, visto che da anni la Stazione è punto di riferimento per le ricerche sulle rotte migratorie degli uccelli». Ponza, infatti, in questo senso si configura come meta privilegiata di studi, considerando il ruolo centrale che occupa nella geografia del Mediterraneo. Una specie di scalo per i “migranti”, che la utilizzano per fare il pieno e per poi ripartire. «Certo - ammette Massimiliano Cardinale, direttore del centro di ricerca - questa è una caratteristica che accomuna tutte le isole, ma Ponza, in questo senso, è uno straordinario punto di riferimento». La Stazione di Ornitologia Ponzese in ragione dell’impegno profuso quotidianamente si è guadagnata la stima di numerosi poli universitari. «Da anni - spiega il direttore della struttura - conduciamo studi in collaborazione con l’Università di Ferrara, l’Istituto Max Planck di Ornitologia (Germania) all’interno del progetto Flexibility and constraints in animal movement patterns: ecology, evolution and annual cycles coordinato dal Norwegian Research Council». Una partnership di rilievo per una struttura che arriva a contare fino a 80 operatori, per la maggioranza volontari. Per questo il furto appena perpetrato è doppiamente una beffa. «è grave perché rischia di compromettere il morale dei nostri operatori - si preoccupa il direttore Cardinale che, quindi, ci spiega i progetti promossi dal Centro -. Le reti appena rubate sono fondamentali per la nostra attività di ricerca. Queste infatti trattengono gli uccelli che, approdando sull’isola, vengono inanellati. In sostanza agganciamo loro degli anelli metallici forniti dall’Ispra. A questo punto gli individui catturati vengono rilasciati, dopo la raccolta delle misure biometriche e fisiologiche». Ecco quindi spiegato il grave danno cagionato. «In seguito al furto, infatti, abbiamo dovuto installare un nuovo sistema di reti, con conseguente ritardo negli studi». 

Nessun commento:

Posta un commento