mercoledì 21 aprile 2010

LATINA - Vergogna Bristol

Teresa Faticoni

Una mobilitazione senza precedenti, ma la Bristol decide di dire di no. Ieri presso il ministero dello sviluppo economico sembrava dovesse essere il giorno ics per capire quale sarà il futuro del sito di via del Murillo a Sermoneta Scalo dopo la vendita a Corden Pharma. E invece la multinazionale americana ha comunicato al funzionario del ministero Giampietro Castano che avendo in piedi una procedura di cessione di ramo d’azienda non aveva intenzione di aprire un tavolo di confronto per altro. Un’atmosfera cupa a quel punto è scesa su Roma, sulla vertenza e sull’economia pontina. Un nulla di fatto cui hanno assistito il sindaco di Sermoneta Giuseppina Giovannoli, l’assessore alle attività produttive della provincia Silvio D’Arco, il capo di gabinetto della Prefettura di Latina Andrea Polichetti. Per le parti sociali c’erano Roberto Cecere, segretario della Femca Cisl con il segretario nazionale della categoria, Dario D’Arcangelis della Filctem Cgil, Luigi Cavallo della Uilcem Uil, Armando Valiani della Ugl chimici. Assente ingiustificata Renata Polverini: la neopresidente della Regione Lazio, seppur invitata, ha scelto di non inviare nemmeno un suo rappresentante. Sul tavolo degli imputati ieri c’era solo la Bristol. «L’azienda si nasconde dietro una procedura formale ed elude il confronto sindacale», tuona Cecere. Non si capisce davvero perché una multinazionale che ha fatto la storia di questo territorio decida a un certo punto di chiudere tutte le porte. Nonostante anni di relazioni industriali e sindacali avanzatissime. «Bristol sta barando perché ha disertato tutti i tavoli istituzionali alla faccia delle istituzioni di questo paese». La società, infatti, sebbene abbia venduto lo stabilimento pontino, mantiene quelli di Roma e Anagni. «La Bristol non abbandona l’Italia - gli fa eco Valiani - quindi deve applicare il principio di responsabilità sociale sul sito di Sermoneta». Perché aprire una frattura così importante? Lo stesso Castano si sarebbe lasciato sfuggire anche un passaggio sulla dirigenza attuale («la peggiore mai avuta in questo territorio» dice amaro Cecere), che dovrebbe frequentare qualche corso di formazione per la gestione delle situazioni di crisi. La Bristol, infatti, eluendo un confronto aperto lascia troppi interrogativi che ieri sono stati enucleati di nuovo nell’assemblea sindacale che al ritorno da Roma i rappresentanti dei lavoratori hanno tenuto in via del Murillo. Una riunione in cui è stato difficile spiegare le troppe assenze e i troppi silenzi che si registrano in questa vertenza. «Siamo comunque soddisfatti dell’apertura delle istituzioni che chiedono con forza un piano industriale», prova a essere ottimista Valiani. Il riferimento è alla riunione che lo stesso ministero ha convocato per la prossima settimana, il 29 aprile, quando al tavolo di confronto dovranno sedersi sia la cedente Bristol sia la cessionaria Corden Pharma. Intanto è confermato lo sciopero di questa mattina quando in Confindustria i sindacalisti torneranno a chiedere chiarezza sul futuro occupazionale degli oltre 800 dipendenti e sul mantenimento del sito produttivo. «Unica cosa positiva - conclude Cecere - è che ancora non siamo in un vicolo cieco». Ci sono due date di discussione, ma la tensione comincia a essere molto alta in vie del Murillo. e domani i lavoratori metteranno a ferro e fuoco via Montesanto. Perché il futuro passa di qui.

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