venerdì 23 aprile 2010

LATINA - Carcere, allarme del garante per l'aumento del numero dei detenuti

 Elena Ganelli
 
Sembra destinato ad una escalation senza fine il numero dei detenuti nelle carceri del Lazio così come in quello del capoluogo pontino.
Ancora una volta è il garante regionale dei diritti dei detenuti Angiolo Marroni a fornire i dati dell’ultimo censimento, quello del 21 aprile scorso, secondo il quale i reclusi nelle quattordici carceri della Regione erano 6.138, vale a dire 56 in più rispetto alla rilevazione di marzo e 256 più rispetto a quella di febbraio. I numeri sono quelli forniti dal Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria e del Provveditorato generale dell’Amministrazione penitenziaria.  
Scendendo nel dettaglio i detenuti presenti nelle carceri del Lazio sono attualmente 6.138 di cui 5.704 uomini e 434 donne mentre l’11 marzo erano 6.082 suddivisi tra 5648 uomini e 434 donne e ancora prima, a febbraio, 5.882 di cui 5.470 uomini e 412 donne.
I reclusi sono 1.509 in più rispetto alla capienza regolamentare degli Istituti laziali dichiarata dal Dipartimento amministrazione penitenziaria, pure aumentata dall’ultima rilevazione: 4.629 oggi contro i 4.598 posti di marzo. Gli stranieri in carcere complessivamente sono 2266, il 37%  del totale.
Per quanto riguarda la casa circondariale di Latina a oggi ospita 166 reclusi, 130 uomini e 36 donne a fronte di una capacità regolamentare fissata in 86 presenza, di cui 57 uomini e 29 donne.
Nel complesso sono leggermente diminuiti i detenuti in attesa di giudizio definitivo: se nei mesi scorsi il dato era il 50% dei detenuti presenti, oggi la percentuale scende di due punti (48% pari a 2961 reclusi): i reclusi in attesa di primo giudizio sono 1.467, gli appellanti sono 860, i ricorrenti 524, quelli in posizione mista senza definitivo 140. I condannati definitivi sono 3.045.
«Il trend dei detenuti presenti nelle carceri Lazio è allarmante - ha detto il Garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni commentando i dati - e ormai anche le altre componenti del pianeta carcere cominciano a denunciare con forza una situazione sempre più grave. Non è un caso  - continua - che ormai da settimane gli agenti di polizia penitenziaria in diversi istituti della regione hanno iniziato a manifestare contro le condizioni di vita e di lavoro. E’ palese la violazione della norma Costituzionale secondo cui la pena deve punire ma anche rieducare.
L’ho già detto più volte - ammonisce Angiolo Marroni - prima che il sistema arrivi al punto di non ritorno occorre avere il coraggio di cambiare un sistema legislativo che, oggi, non fa altro che produrre carcere».

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