martedì 20 aprile 2010

Il racconto della tragedia di Ventotene

Francesco Furlan
«Non ci siamo accorti di niente, solo un grande fragore e poi la roccia ci è piombata addosso. Ma dove sono gli altri, come stanno...» ripete in continuazione  Riccardo Serenella, 14 anni, che se l’è cavata con una distorsione alla caviglia. «Ditemi che non è lei, non può essere». Così la madre di una delle due ragazzine morte ieri a Ventotene nel crollo di una parete rocciosa ha gridato il suo dolore quando ha saputo della tragedia. La donna si era recata a scuola per avere notizie. Urlando ha sbattuto i pugni sulla porta di vetro ferendosi. «Ho visto due enormi massi di tufo staccarsi all’improvviso dalla parete rocciosa, ho visto quei massi travolgere le ragazze», ha detto Matteo Valle, geologo e accompagnatore della Mediterranea Viaggi che stava con gli studenti sulla spiaggia di Cala Rossano. «Ho sentito mio figlio, era disperato, piangeva ininterrottamente», queste le parole di una mamma di un compagno di classe delle due vittime: «Era terrorizzato, mi ha raccontato di aver visto i suoi compagni buttarsi in acqua ed altri allontanarsi urlando. Era l’inferno, le professoresse hanno iniziato subito a scavare per liberare le due ragazzine, ma non c’è stato nulla da fare». Ha aggiunto la signora: «Ho appena saputo che una bambina è da poco entrata in sala operatoria per una frattura al femore mentre l’altro bimbo ferito ha riportato leggere escoriazioni. Una vicenda assurda - ha concluso tra le lacrime - della quale però non si può incolpare nessuno. Aspetto solo di riabbracciare mio figlio». Il sindaco giuseppe Assenso in serata ha proclamato tre giorni di lutto cittadino

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