Lidano Grassucci
Appartengo ad una generazione che si è ammalata di politica quando si è affacciata alla vita. L’altra sera durante la registrazione del programma Chiacchiere e Paccheri su Tele etere con Mario Mellacina abbiamo in qualche modo ripreso quel filo generazionale, solo che lui aveva preso questo malanno dall’altra parte, dalla parte dei ragazzi della destra che sognavano un ordine nuovo. Poi durante il discorso lui ha affermato “ Pensavamo ad una società giusta” ecco, anche se io stavo da tutt’altra parte, quella idea di una comunità futura migliore di quella presente ce l’avevo in testa. Io come quelli che la pensavano come me. Invece oggi debbo commentare gente improvvisata che non è capace neanche di riempiere un modulo, di rispettare un appuntamento annunciato o preso mesi prima. Altro che società migliore, altro che quell’idea della politica che è il massimo del vivere civile e umano. Vi debbo raccontare e spiegare di mediocrità umana, di improvvisazione, di pressapochismo, di assoluta mancanza di una idea anche vaga di futuro. Che società futura sogna la Polverini? Che idea di società del domani ha Di Pietro? Quel Di Pietro che oggi attacca il presidente Giorgio Napolitano che è come se un topolino di campagna attaccasse un leone della savana. Perché la mediocrità ci spinge a non comprendere le differenze, i pesi, in gioco. Giorgio Napolitano oltre ad essere, cosa di per sé sufficiente, Presidente della Repubblica è stato, ed è, un pezzo vivente della storia del movimento operaio italiano. Di Pietro probabilmente non sa neanche di che cosa stiamo parlando. Alessandro Di Trapano, storico sindaco di Sezze, definiva i neofiti della politica “mammocci” . Ecco siamo davanti a “mammocci” viziati che non sanno che cosa sia la passione politica, il profondo rispetto per le idee, che possono essere differenti, di costruzione del futuro. Ha ragione Mellacina siamo stati sconfitti non dal sogno irrealizzato che avevamo, ma dalla mediocrità del presente. Una congiura di cretini che ha ucciso, e sta torturando, il futuro di questo paese. Le utopie che abbiamo pensato ieri si confrontano con la mediocrità paludosa, democristiana, pretigna, da “impicetti” rappresentata dal “continuista” Gianni Letta. Guardatelo quando fa capoccella dietro il Papa. Volevamo l’utopia del futuro abbiamo la continuità doroteo-andreottiana del presente. Non riusciamo ad entusiasmarci, questa non è politica, questa è prassi dei mediocri.
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