Lidano Grassucci
Sostanza e forma, cosa prevale? Vediamo la forma che è il contenitore, l’imballaggio di un dono: è importante, ma conta il dono. Però se ci diamo un appuntamento alle 10 è vero che l’importante è vedersi ma se uno è puntuale e un altro arriva dopo 12 ore non vale la volontà del secondo all’incontro.
Anche dando al ritardatario il beneficio della buona fede. Né il ritardatario può dire a posteriori che ha rispettato l’impegno perché l’orario era da intendersi alle 10 con altre dodici ore di tolleranza.
Da questo si deduce che il ritardatario è inaffidabile, maleducato, poco serio.
Detto questo, se il secondo è indispensabile per fare una partita a tressette che in solitario non è possibile allora vale la “disponibilità” del primo a giocare comunque con 12 ore di allenamento in più.
Insomma la soluzione migliore passa per le scuse del ritardatario e per la disponibilità di chi ha rispettato l’orario. Non è possibile che chi è nel torto accusi il primo di non voler giocare e d’imperio cambia il tempo.
Il tempo non si cambia, non si sposta.
Ieri mattina sono stato a un convegno sul bullismo al Grassi organizzato dall’assessorato rapporti con l’Unione Europea e la Regione Lazio guidato da Felice Palumbo. Gli astanti spiegavano ai ragazzi il valore delle regole, l’eleganza della forma in democrazia che è sostanza. Ecco ieri il Governo non ha dato l’esempio, è poco? No, è grave. Poi tutto passa ma il fatto che chi ha sbagliato non ha chiesto scusa, che è forma, fa la differenza. Non è una bella pagina e per un vecchio liberale come me mette tristezza, tanta. Pensare che ho creduto nella “rivoluzione liberale” di Berlusconi.
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